Sassello e la peste suina, perché gli animali girano nel bosco e l’uomo no?

Sassello e la peste suina, perché gli animali girano nel bosco e l’uomo no?
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Viaggio tra i tanti interrogativi di ordinanze affrettate e inefficaci

Sassello

– Peste suina: incaricati che hanno il compito di monitorare il territorio alla ricerca di carcasse (finora 17 contagi), nessun abbattimento di cinghiali, abbattimento di maiali sani, vendita carne suina in calo, e, all’uomo – in perenne lockdown – il divieto di percorrere boschi e sentieri.

Questo il sunto di una strategia che sta affrontando l’emergenza peste suina in un’ampia zona definita rossa.

Credo nella professionalità, pertanto le scelte operate saranno ponderate anche in considerazione di altri contesti che prima di noi hanno affrontato la malattia, però qualche dubbio mi viene.

Partiamo dalla zona rossa i cui confini sono di dubbia definizione: le carcasse infette appartengono al levante ligure, perché chiudere a ponente nell’area savonese?

L’ordinanza vieta il bosco all’essere umano poiché la peste, pur non essendo trasmissibile all’uomo ma solo per cinghiali e maiali, può essere veicolo di diffusione tramite vestiti, bastoni, scarpe, gomme auto, ecco quindi il divieto raccolta funghi, pesca, passeggiate, escursioni, mountain bike, trekking, merendini e camporelle varie.

Già, ma il bosco è vivo, il bosco è degli animali, il bosco pulsa ed è percorso da zecche, zanzare, insetti vari, uccelli, daini, caprioli, lupi, cani e gatti selvatici, volpi, certamente in numero superiore agli umani domenicali. Peraltro li trovi vicino alle case, sicuramente a contatto tanto con i branchi di cinghiali quanto agli allevamenti di maiali. Anche essi sono veicolo di diffusione, ma non gli è stato vietato il bosco!

Per non parlare di ordinanze che tarpano le ali a rifugi, agriturismi, bed & breakfast, noleggi attrezzature sportive, terziario e quant’altro riguardi l’attività turistica in queste aree già pesantemente colpite dal Covid, dove eventuali ristori tappano i buchi ma annullano gli investimenti fatti e l’avviamento delle aziende.

Un’ultima considerazione sul lupo: astuto mammifero carnivoro che caccia il cinghiale, forse meglio di tanti cacciatori, quindi veicolo di grandi spostamenti per gli ungulati che inseguiti potrebbero impestare l’intera Penisola.

Un contadino di Sassello, con una pensione inferiore a 600 euro mensili che lo costringe a zappare ancora la terra e a raccogliere funghi, dopo il mio primo articolo sulla peste suina, mi ha chiesto: “Ma perché abbattono i maiali sani e non i cinghiali?”.

Ho preso tempo, qualcuno mi aiuti a rispondergli, o perdo un saggio amico. Grassie

 

G. D.