Covid sconfitto sui media (e fuori dai bar) solo dalla Superlega
Quindici mesi che parliamo solo di Covid. Telegiornali e giornali interamente dedicati alla pandemia, non c’è altro, ma…
Cosa c’entra il Covid con la Superlega? Cercherò di spiegarlo in questa nuova rubrica “Una al giorno“.
Da un anno e mezzo ci si cura solo dal Covid, e quel che è peggio: si muore solo di Covid. “Si, forse aveva altre patologie, ma la causa principale è Covid-19”.
Ma in questa Italia dove lo stivale è stato sostituito dalla palla rossa del virus, solo un tema ha saputo metterlo in secondo piano. Quindici mesi cancellati dai media o perlomeno messi in secondo piano grazie alla… Superlega.
Sì, riguarda il dio pallone: il calcio.
Le migliori squadre di ogni campionato europeo si qualificano e partecipano ad un torneo chiamato Champion League gestito dalla Uefa. Una gestione di tante palanche e un format sportivo un po’ vecchiotto che da tempo i grandi club (perché sono quelli che più vi partecipano) ne chiedono la revisione.
Improvvisamente, fra una pessima comunicazione, probabilmente provocatoria, settimane fa esce la bomba: parte la Superlega tra le dodici squadre fondatrici più qualcun’altra che sarà chiamata ad invito.
Cascasse il mondo, il Covid esce di scena e tutti contro la Superlega. Ma proprio tutti: Fifa, Uefa, presidenti esclusi, giocatori, vecchie glorie, capi di stato, segretari di partito, magazzinieri e casalinghe intervistate durante la preparazione della “bagna cauda”.
Nella bufera i vertici di questi grandi club: alcuni di fronte alla possibile guerra civile si defilano. Altri restano sulla posizione ed ora rischiano le sanzioni dell’Uefa (ma Uefa chi? Chi è? E, soprattutto, chi li ha messi lì a percepire lauti stipendi e gestire grandi capitali?).
D’altronde il messaggio che è passato il quel momento è che le squadre ricche vogliono star tra loro a dispetto delle povere società emarginate. Nessuna meritocrazia e che il povero muoia povero senza avere mai la possibilità di vincere qualcosa.
Nessuno che si sia chiesto ma ‘sti dodici presidenti europei, capaci di gestire milioni e di aver creato imperi con migliaia di dipendenti, sono improvvisamente impazziti? E che di nascosto si son creati il loro giocattolo torneo senza che nessuno sapesse?
Infatti, tutti sapevano! Tutti sapevano perché la Champion League era/è da riformare, così come i quattrini della Uefa erano/sono da riformulare.
Addirittura lo sapevano tutti quei presidenti italiani che si sentivano umiliati dalla Superlega poiché “poveri” (mai visto poveri con bilanci da milioni!). Pare ci siano anche verbali di sedute delle società in cui si è discusso di questa nuova coppa dove la partecipazione era sia per meriti sportivi sia per importanza.
E lo sapevano anche Fifa e Uefa che ora continua a minacciare sanzioni e squalifiche.
In pratica la sagra dell’ipocrisia!
Ma quel che è peggio è che in Italia esiste un torneo nazionale che si chiama Coppa Italia dove fino a ieri partecipavano squadre di serie A, B, C, D. Giocata sul modello inglese che vuole proprio dare la possibilità ai piccoli club di arrivare a grandi livelli.
Ebbene, proprio ieri la Lega di serie A e B (sì, coloro che si sentivano umiliati dalla Superlega) ha varato un nuovo format per la Coppa Italia: 40 club (20 di A e 20 B). Abbandonando così quelle squadre di C e D (quelle sì veramente povere, specie dopo la pandemia) che non vi dovranno più partecipare.
E tutti quei bei discorsi sulla meritocrazia e sui poveri rispetto ai ricchi?
In pratica la sagra dell’ipocrisia 2!
G. D.