Sassello, è proprio dura rispettare il decoro e la… rumenta
Il mugugno visibile di chi non accetta la gestione della raccolta differenziata
Che il sistema della raccolta differenziata non sia amato è cosa nota. E questo, soprattutto, capita a chi arriva in Paese venendo da città dove la differenziata al massimo la si fa col vetro.
No, qui a Sassello non siamo nel vecchio Far West dove tutto è lecito, che sia un sacchetto della rumenta o che sia il doversi mettere la mascherina quando la distanza con l’interlocutore è breve (c’è un’ordinanza comunale) o il rispetto del parcheggio anche se poi si dovranno percorrere duecento metri in più (nelle città il parcheggio è una chimera anche a duecento metri).
No, qui siamo Sassello, un illustre e antico paese, già feudo imperiale, che sta cercando di uscire da una pandemia che lo ha colpito pesantemente, così come da una crisi di denaro pubblico poiché “comune virtuoso” e pertanto (per assurdo) più colpito dalle trattenute statali. E dove il blocco delle assunzioni non permette di andare oltre quei tre, ripeto tre, operai da distribuire su 101 chilometri quadrati.
No, qui siamo a Sassello, il paese degli amaretti, e della scarsa disoccupazione, che vive fortemente di turismo e proprio per questo deve mantenere un certo decoro, così come proporsi pulito e accogliente. Ciò va fatto in sinergia tra l’amministrazione comunale, con scelte mirate, e i suoi abitanti, siano essi aborigeni o villeggianti.
Entrare nella casetta della rumenta e trovarla come nella foto non è civile. Non lo è perché vanno rispettati i giorni di deposito dei sacchetti, così come dei suoi contenuti. Ci sono giornate per il ritiro degli ingombranti e se avete del “zetto” (scarti edili) vanno smaltiti secondo legge.
Così come vanno rispettati gli operatori che si trovano di fronte quel casino delle casette in legno, non tocca a loro dividere i generi.
E che dire del raccoglitore di vestiti (destinati alla Caritas) ubicato nel Borgo: l’azienda adibita al ritiro lì dentro trova qualunque genere di spazzatura mischiata coi vestiti. E poi, signori, se vi lasciamo un paio di scarpe, almeno il fango toglierlo noooo. Molti nell’usare il raccoglitore forse soddisferanno la propria coscienza solidale, ma non il gesto nobile verso il prossimo meno fortunato.
Certo l’amministrazione comunale ci mette del suo con cartelli inutili e segnaletiche (colorate) da giochi per bimbi, però un paese cresce e si presenta con l’aiuto di tutti.
Altrimenti evitiamo bandiere, i ce la faremo, i siamo uniti e canzoncine inneggianti la ripresa.
Non sono più i tempi delle deleghe, diamo il buon esempio.
G. D.