Fase 2 fase 3 fase 4 Il virus è ormai dentro di noi, e forse non è pericoloso
Il percorso del post Covid-19 sarà lungo e richiederà un cambio di mentalità
Fino a ieri eravamo un popolo, comunque, infelice dove il mugugno ci accompagnava lungo giornate di sofferenze e tristezze.
Già al mattino musi lunghi, incavolati, stressati dalle lunghe code. Già, una vita di code, ovunque, e magari se riuscivi a saltarne una quello sì che era un momento di gioia, poi via di corsa all’auto in seconda fila… anche terza.
E il lavoro, dai, mica si può essere contenti di ‘sti colleghi, forse ne salvi una, ma solo quando arriva in gonna e autoreggenti.
Il pranzo poi, un panino o un’insalata… vino? No, devo guidare, i duecento metri li ho fatti in auto… rientri appesantito e sonnolente, ma fra uno sbadiglio e una pausa caffè-pipì, meglio viceversa, il pomeriggio passa.
Ahhh è giovedì, la partita a calcetto e poi la pizza… uhm magari stasera cambio tipo e la prendo… la prendo… al prosciutto come da trent’anni.
Poi arriva lui, che molti dicono sia una lei: Covid-19, e tutto cambia. Ma proprio tutto, tutto ehhhh!
Cig, bonus, smart working, lockdown, dpcm… ora è questa la tua vita. Ogni cosa ha un solo battito, come una pendola che scandisce il tempo che non passa, e tu ne sei il batacchio.
Ti scopri prima runner con pettorina e scarpa fosforescente, poi ti compri un cane (anzi due), possibilmente con la prostata infiammata, e saresti disposto anche ad andare a messa e magari pure in processione, beh se ti chiedessero di fare il chierichetto ci penseresti su.
La tua vicina tricolorata ogni volta che ti vede sul poggiolo ti urla “ce la faremo”, “ne usciremo”, “siamo forti noi italiani, lo abbiamo già dimostrato”. Ahhhh beh, non so, io le bandiere e il patriottismo le ho viste solo nel 1982 e nel 2006 quando Rossi e Grosso l’han messa dentro, comunque se lo dice lei…
Poi fra un decreto e un altro arrivi a maggio, fa caldo, belin se fa caldo e qualcosa si muove, oltre ai pollini c’è ottimismo.
Speriamo che tutta questa fiducia non si traduca in esagerazione tale da veder spiagge e borghi affollati. Anche se, al di là della passeggiata e all’infuori di un eventuale vaccino, credo piuttosto che i tempi siano ancora lunghi prima di vedere gente entrare in un bar, in un ristorante, o da una parrucchiera, o a un concerto, o in uno stadio, o in una palestra, ma non per quello che ci impongono i decreti e le ordinanze che la politica ha o vorrà emanare, bensì per quello che il virus ci sta lasciando dentro.
Ho la sensazione che debba nascere una nuova mentalità, un qualcosa che potrebbe anche farci crescere e migliorare. Un passaggio generazionale senza cambio di generazione.
Ce la faremo? Intendo, tornare a sorridere come tanti anni prima della Covid-19?
G. D.
E sei forte !!!