Liguria elezioni regionali di fine ottobre: Bucci a destra, Orlando a sinistra
Le elezioni del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Liguria si terranno domenica 27 e lunedì 28 ottobre
Liguria elezioni
– Con la candidatura di Bucci comunicata ieri, gli elettori liguri andranno alle urne il 27/28 ottobre dove, tra le varie liste, si contenderanno la vittoria i due grossi schieramenti di centrodestra con Marco Bucci e centrosinistra con Andrea Orlando.
Marco Bucci, sindaco di Genova dal 2017 dove è nato 64 anni fa, ha sciolto le riserve, dovute alla salute, e ieri ha detto sì alla candidatura alla presidenza della Regione per la coalizione di centrodestra.
<<Cari liguri, ho deciso di candidarmi alla presidenza della Regione Liguria. L’ho fatto convinto che questo sia un impegno necessario per poter proseguire un lavoro di crescita e sviluppo che la nostra terra ha iniziato nel 2015 e quella visione di città che vede Genova protagonista dal 2017.
È troppo alto il rischio che in futuro la Liguria possa essere amministrata dai signori del “no” a tutto. Non ci possiamo permettere di fermare le tante opere e i progetti messi in piedi in questi anni che hanno restituito orgoglio a tutti i cittadini e una grande visione internazionale al nostro territorio.
Abbiamo costruito insieme tanto, vogliamo una Liguria che guardi avanti senza veti né ostacoli, che non abbia paura di innovare, che non si arrenda davanti alle difficoltà, ma che sappia affrontarle con la forza e la determinazione che da sempre ci caratterizzano.
Qualche mese fa ho rinunciato a candidarmi per due motivi precisi: la volontà di rispettare l’impegno preso con i genovesi sino a giugno 2027 e le mie condizioni di salute. Ma negli ultimi giorni ho ricevuto richieste da tutti i leader politici del centrodestra e dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni con la quale ho avuto un colloquio lungo e amichevole. In queste ultime settimane mi sono accorto che il modo migliore per garantire il completamento delle opere e dei progetti che abbiamo iniziato, è quello di estendere il nostro metodo di lavoro a tutta la Liguria.
Genova è rinata grazie alla visione di una città che ha saputo reinventarsi, senza mai tradire la sua anima. Oggi, questa visione deve diventare il motore di tutta la Liguria. Le sfide non mancheranno, ma sono certo che insieme, uniti, possiamo fare la differenza. Io ci credo. Credo nella nostra gente, nelle nostre radici e nelle nostre potenzialità. Insieme possiamo costruire una regione forte, innovativa e sostenibile, dove il “fare” vince sul “no”.
Ai liguri voglio fare due promesse. Mi impegnerò con tutte le mie energie per vincere e guidare la Liguria ad essere un’importante regione a livello internazionale. Il posto migliore dove vivere, lavorare e trascorrere il tempo libero.
Per la mia salute: continuerò a lavorare come ho sempre fatto e a seguire le prescrizioni mediche che mi verranno date dai bravi medici e dal personale sanitario in cui confido al 100%. Mettiamoci subito al lavoro per noi e per i nostri figli! Forza Genova, forza Liguria!>>
Il centrosinistra ha deciso da tempo per le elezioni in Liguria. Il candidato alla presidenza è il deputato Andrea Orlando, nato a La Spezia 55 anni fa, già Ministro del lavoro e delle politiche sociali nel 2021–2022. Uomo di partito, membro fondatore del Partito Democratico nel 2007.
<< Liguri, a testa alta. Insieme a tutte e tutti voi, per risollevare la nostra regione, per dare speranza, lavoro e opportunità alle giovani generazioni, per garantire il diritto alla salute, per non lasciare nessuno indietro. In poche parole, fare per bene.
Sulla autonomia differenziata siamo di fronte a un tentativo di disarticolare il Paese e di mettere in discussione l’impianto della nostra Costituzione. Un tentativo che deve essere respinto nell’interesse nazionale, ma anche nell’interesse della nostra regione.
La Liguria è una regione che riceve dallo Stato più risorse di quanto ne conferisca con il proprio gettito e si trova in una situazione in cui, se non riusciamo a intervenire sulla curva demografica, questo dato rischia di accentuarsi ulteriormente, perché è una regione più anziana della media nazionale quindi con una domanda di cure più forte.
Abbiamo un grande tema: l’esigenza di dare al Paese una dorsale industriale, di mantenere un tessuto industriale e potenziarlo. Un obiettivo che si raggiunge con una politica nazionale e non con venti diverse politiche di sviluppo economico. Tutto questo senza considerare il fatto che ci troviamo di fronte al rischio che grandi agenzie nazionali che hanno fatto l’Italia, pensiamo alla scuola, rischiano di esser spacchettate e in ognuna delle regioni avere velocità diverse anche dal punto di vista della istruzione. La stessa dinamica che già oggi segna la sanità, ovvero le velocità diverse, applicata alla scuola.
Pensate cosa vuol dire per un bambino nascere in una regione piuttosto che in un’altra, se la scuola non è più un grande servizio nazionale>>.
G. D.