Vinitaly erano cinquanta le aziende provenienti dalla Liguria

Vinitaly erano cinquanta le aziende provenienti dalla Liguria
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L’eccellenza regionale del vino in vetrina

Vinitaly Liguria

– Oltre cinquanta aziende vinicole liguri hanno portato alta la bandiera della Liguria a Vinitaly, la più grande fiera internazionale dedicata al vino e ai distillati tenutasi a Verona.

Presso Casa Coldiretti anche una delegazione di Coldiretti Liguria, con il presidente Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa, per un confronto a tutto campo sulle sfide del comparto: dai dazi internazionali alla difesa dell’identità del vino italiano, passando per etichettature, consumo consapevole e sostenibilità.

“La presenza delle nostre cantine a Vinitaly è una testimonianza concreta della forza e della resilienza dei produttori liguri – affermano Boeri e Rivarossa -.

Il nostro patrimonio vitivinicolo, fatto di piccoli appezzamenti eroici tra mare e montagna, esprime una qualità straordinaria e un legame indissolubile con il territorio. Vitigni come Vermentino e Pigato sono ormai simboli identitari della Liguria, ma non dimentichiamo che la nostra regione è anche terra di vini rossi: dal Rossese all’Ormeasco passando per la peculiare Granaccia. È un patrimonio che va difeso da ogni tentativo di banalizzazione e da politiche che rischiano di colpirne l’essenza, come dazi ingiustificati o etichette allarmistiche>>.

La Liguria può contare su circa 1500 ettari di superficie vitata, di cui il 64% coltivata a bacca bianca e il 36% a bacca nera. Una viticoltura eroica, modellata da secoli di lavoro sulle pendenze scoscese dell’entroterra e sulle terrazze affacciate sul mare.

Le principali varietà coltivate includono, oltre a Vermentino e Pigato, anche Albarola, Lumassina, Bosco, Bianchetta e Moscato per le uve bianche; Rossese, Ormeasco, Granaccia e Ciliegiolo per quelle rosse.

La produzione ha raggiunto i 47mila ettolitri nel 2023, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Il 79% dei vini prodotti è DOP e un ulteriore 9% è Igp: segno della forte vocazione alla qualità.

“È un settore che ha subito forti pressioni negli ultimi decenni – sottolineano -. Dal 2000 al 2023 abbiamo perso oltre il 30% della superficie vitata, complice l’orografia impegnativa e i costi di produzione elevati. Ma Coldiretti ha ottenuto, proprio nel 2024, un importante ampliamento dei diritti d’impianto in Liguria: siamo passati da 16 a 30 ettari. Una risposta concreta per invertire la rotta e garantire nuove opportunità a chi vuole investire nel nostro vino, mantenendo vivi i territori e la biodiversità locale”.

Si è anche affrontato il tema dei dazi sul vino. “Misure simili – concludono Boeri e Rivarossa -, vanno a colpire soprattutto le piccole e medie realtà che costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo. Dobbiamo restare uniti per tutelare un settore che non è solo economico, ma culturale. Bere un calice di vino ligure significa scoprire una storia, un paesaggio, un’identità. Non possiamo permettere che venga ridotto a un prodotto anonimo>>.

 

G. D.

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