Cia Savona: aumentano le malattie professionali degli agricoltori

Cia Savona: aumentano le malattie professionali degli agricoltori
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Nel 2022 le denunce sono cresciute del 9,5%, riguardando 10041 soggetti, contro i 9167 dell’anno precedente

Cia Savona

– Il lavoro nei campi è duro, faticoso e non immune a patologie e malattie direttamente connesse all’attività agricola, in contrasto con un immaginario collettivo che vede l’agricoltore vivere e lavorare con gli aspetti positivi del contatto con la natura.

Complessivamente, e a livello nazionale, le denunce di malattia professionale in Italia al 31 ottobre 2022 sono state 50013, in aumento di ben 4618 casi, vale a dire più 10,2%.

Relativamente alla Liguria, nel periodo tra gennaio e ottobre 2022, sono state 847 le denunce per malattia professionale, in aumento di 129 casi, 18% in più rispetto all’anno precedente.

Il settore economico maggiormente colpito è quello dell’industria e servizi con 750 denunce (+15,2% rispetto al 2021), segue l’agricoltura con 87 denunce (+50%) e 10 nella pubblica amministrazione (+1%): l’agricoltura si colloca al secondo posto in questa triste classifica, preceduta solo dal comparto industriale.

Scendendo ulteriormente nel dettaglio, le malattie che nella regione ligure hanno causato più denunce nei primi dieci mesi del 2022 sono quelle relative al sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (+21,1%), quelle del sistema nervoso (+37,5%) e quelle riguardanti casi di tumore (+7,1%).

Questa la fotografia del Patronato Inac di Savona della Cia-Agricoltori Italiani, rimarcando come le domande di riconoscimento delle malattie professionali sarebbero ben più alte, in quanto la maggioranza degli agricoltori sottovaluta il sistema delle tutele previste nel nostro Paese per le patologie connesse al lavoro tramite Inail.

Ad esempio nel corso dell’anno 2022 il patronato Inac di Savona ha lavorato circa 26 pratiche legate alle malattie professionali e quasi tutte sono relative al sistema osteo-muscolare. La maggior parte delle malattie professionali riconosciute ha dato origine a un riconoscimento di danno biologico con una percentuale compresa tra il 6% e il 16% ma in taluni casi i soggetti hanno visto riconoscersi anche una rendita mensile (esente Irpef) per patologie che hanno determinato un grado di danno biologico superiore al 16%.

Le malattie professionali più diffuse in agricoltura:

  • disturbi dei dischi intervertebrali,
  • entesopatie periferiche,
  • mononeuriti dell’arto superiore e mononeuriti multiple,
  • sordità,
  • spondilosi,
  • disturbi delle sinovie, dei tendini e delle borse,
  • artrosi,
  • lesioni interne del ginocchio,
  • disturbi dell’orecchio,
  • traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore.

Seguono in, in questa nefasta classifica una serie di neoplasie che interessano organi respiratori.

“Rafforzare la sicurezza del settore, avere precise garanzie sulle tutele legate al benessere dei lavoratori agricoli, comprendere il perimetro del sistema assicurativo – ha sottolineato il direttore generale di Inac-Cia, Laura Ravagnan – è la strada obbligata da imboccare per favorire anche l’ingresso di giovani nel comparto. Perché, è bene ricordarlo, il turn over degli addetti nei campi non sale da quel 5-7 % annuo da decenni”.

“Stupisce – ha detto nel corso dei lavori il direttore nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Maurizio Scaccia – che nonostante lo scenario inequivocabile rappresentato e supportato dalle cifre, l’agricoltura non sia considerata tra i lavori gravosi e usuranti e per questo sia rimasta tagliata fuori, ad esempio, dai beneficiari dell’Ape Social e della pensione anticipata per i precari”.

Ma non ci si sono solo le malattie professionali, l’orizzonte che comprende più in generale il tema della sicurezza del lavoro nel campo agricolo, richiede un grande progetto a sostegno della modernizzazione degli strumenti di lavoro da mettere a disposizione degli agricoltori. Forme di aiuti e finanziamenti sono state attivate negli anni dai Governi italiani e dall’Europa, anche la stessa Inail promuove bandi in tal senso. Il problema è che i sostegni previsti non giungono mai a destinazione di aziende piccole e marginali. Questo avviene per disfunzioni tecniche e procedurali che si possono modificare.

Da qui, la proposta che avanzano Inac e Cia-Agricoltori Italiani sia alle istituzioni sia all’Inail: prevedere in futuro dei bandi che si rivolgano a target aziendali diversi e ben profilati. Secondo Inac e Cia Savona non può concorrere sulla medesima gara aziende da un ettaro con quelle da cento.

“E a voler essere ancora più pragmatici non si possono mettere in gara imprese che fatturano milioni di euro con chi ha bilanci inferiori ai 15.000 euro, in quanto si escludono tante realtà – conclude Inac Cia – che rappresentano oltre il 70% del totale delle imprese agricole italiane, composte da un nucleo di piccole aziende spesso a conduzione familiare”.

 

G. D.