Ex-Ilva, Federmanager Liguria: “Il disimpegno di Arcelor Mittal preoccupano per il futuro di Cornigliano e Novi”
Vezzani “Si è sprecato troppo tempo e le possibilità di dare un futuro al nostro sistema industriale stanno drasticamente riducendosi”
Il futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto e la gestione di Arcelor Mittal continua a preoccupare Federmanager/Asdai Liguria per le sue possibili negative ricadute sugli impianti di Cornigliano e Novi Ligure.
«Risulta ormai chiaro – dichiara Egildo Derchi responsabile Federmanager/Asdai Liguria per il settore Siderurgico – come Arcelor Mittal prosegua dritto per una strategia di disimpegno, (produzione ai minimi storici e Cig alle stelle) mentre il Governo dichiara di volersi impegnare ad entrare nel capitale e nella gestione con grandi e ambiziosi obiettivi: riportare l’impianto a produrre 8 milioni di tonnellate annue, garantire stabile occupazione a tutti gli oltre 10 mila addetti e riconvertire ad “acciaio green” il ciclo produttivo attuale. A supporto e conferma di questi obiettivi manca però un realistico percorso sul piano delle tecnologie da adottare, degli interventi impiantistici da realizzare, dei tempi, delle necessarie risorse finanziarie e del loro reperimento».
In particolare i manager liguri evidenziano il fatto che ad oggi, a quanto si apprende, non si parla più di sostituire il ciclo attuale con quello alimentato da gas metano ma di ricorrere all’idrogeno come riducente del minerale di ferro che poi, una volta liberato dall’ossido andrebbe ad alimentare i forni elettrici per portarlo ad acciaio.
«Si tratta di un ciclo produttivo oggi impiegato solo a livello sperimentale con un piccolo impianto pilota in Austria – prosegue Derchi – Inoltre non si dice come e con quali costi si potrà distillare tutto l’idrogeno necessario. Due interrogativi che aumentano la confusione sul futuro dell’unità produttiva tarantina e pongono ulteriori dubbi circa la reale volontà di rilanciare la produzione e garantire nei fatti una stabile occupazione agli addetti».
«Questa indeterminatezza – aggiunge il presidente di Federmanager/Asdai Liguria Marco Vezzani – causa del continuo degrado produttivo, economico ed impiantistico dello stabilimento di Taranto garantisce un alibi di ferro ad Arcelor Mittal che intende andarsene e giustifica, o meglio tenta di giustificare, l’incapacità del nostro Governo di avviare un vero progetto di rilancio e recupero dell’impianto tarantino. Inoltre viene alimentata le speranza di chi punta alla chiusura ed alla riconversione in una non meglio precisata attività green (un grande parco giochi che occuperà 10 mila addetti?) e infine crea i presupposti per ridurre drasticamente la capacità industriale del nostro Paese».
«Noi crediamo – conclude Vezzani – che sia tempo di cambiare rotta ed identificare con chiarezza il progetto industriale che si intende perseguire. Di tempo se ne è sprecato ormai decisamente troppo e le possibilità di dare un futuro al nostro sistema industriale stanno drasticamente riducendosi».
G. D.