Sassello apre le porte alle antiche dimore, dalle 15 di domani 4 settembre
Iniziativa dell’associazione Amici del Sassello sul modello dei Rolli di Genova
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Grazie alla disponibilità di alcuni proprietari, destinati già a crescere nelle prossime edizioni, l’associazione Amici del Sassello, con il patrocinio del Comune, organizza un pomeriggio di notevole interesse.
Alcuni proprietari di antiche dimore hanno accettato l’invito dell’associazione ad aprire le porte per una visita alle loro abitazioni, un po’ come viene proposto a Genova con gli storici Rolli.
Visite gratuite appuntamento Palazzo Perrando Museo ore 15 domenica 4 settembre
L’appuntamento per chi vorrà partecipare alle visite è per domani domenica 4 settembre alle ore 15 presso il Palazzo Perrando nell’omonimo Museo, sarà la prima tappa, cui poi seguirà il successivo percorso fino alle ore 18 (all’interno dei palazzi è consigliato l’uso della mascherina).
Chi vorrà partecipare con la propria antica dimora per l’edizione 2023 potrà contattare dalla prossima settimana il presidente dell’associazione Carla Matteoni al cell. 3477067964.
Valentina Rossi ha estrapolato alcune notizie sul centro storico di Sassello e sulle prime sette antiche dimore di questa edizione 2022.
“Il nucleo abitato di Sassello si è sviluppato nella prima metà del Cinquecento lungo l’asse stradale che dal Ponte Medievale si avvia verso il Ponte di san Sebastiano. Un polo di ulteriore sviluppo dell’abitato si creò a levante di questa via con la costruzione alla fine del Cinquecento della Chiesa della Concezione e la prosecuzione della costruzione di edifici in questa parte di paese.
Il tracciato urbanistico di Sassello è rimasto probabilmente quello originario con le case addossate l’una sull’altra in una serie continua con vicoli e passaggi a portico dall’una all’altra via ed è caratterizzato da numerose facciate dipinte.
Sassello subì due incendi ad opera dei Savoiardi nel 1626 e nel 1672 a seguito delle guerre fra la Repubblica di Genova ed i Savoia. Dalle notizie confuse dei cronisti dell’epoca apprendiamo che durante l’incendio del 1626 venne risparmiato il Borgo, la Bastia Sottana e via dei Perrando (ab antico Contrada Bonelli) come risulta dal libro delle deliberazioni della comunità. Nell’incendio del 1672 prese fuoco tutto l’abitato comprese le Chiese, le località del Piano, la Villa, il Colletto e i Badani. L’incendio fu favorito dal forte vento e dal fatto che i tetti delle case erano in gran parte ricoperti di scandole. Dopo l’ultimo incendio tutte le case erano nuovamente da ricostruire, ma ciò avvenne abbastanza in fretta, poiché ci si poteva avvalere ancora delle strutture preesistenti, perché in questa occasione ad andare a fuoco furono le parti alte delle case. Infatti, ancora oggi se si pone mano a ristrutturazione delle parti alte degli edifici del centro storico, scrostati gli intonaci, affiorano i vecchi muri anneriti dall’incendio”.
1 Palazzo Perrando Museo – via dei Perrando
Risale al 1783 e fu voluto da Giò Michele Perrando, di professione farmacista, Priore della Comunità e cronista storico. Nel 1890 l’edificio constava di due piani e diciannove stanze tutti destinati alla residenza. Si deve ad Ebe Perrando, ultima discendente della famiglia, il lascito del palazzo all’Ospedale S. Antonio con il vincolo che esso fosse destinato a museo contenendo gli arredi di maggior pregio. La clausola testamentaria dice così: “Che i miei mobili e le mie suppellettili che hanno maggior pregio, assieme ai miei libri, documenti e ricordi di famiglia, siano raccolti e conservati in una parte dei locali della mia casa, da destinarsi a museo-biblioteca accessibile al pubblico”.
2 Villa Scasso – via dei Perrando
Tra i più antichi ed importanti della contrada Bonelli. Fino al 1860 era presente sul retro dello stabile un filatoio dapprima andato in disuso in seguito assorbito dalla residenza. Nel dopoguerra l’edificio venne trasformato in caserma ed al piano terra vennero ricavati due vani per gli eventuali detenuti.
3 Villa Grossi – via dei Perrando
Questa Villa fu proprietà della famiglia Grossi, antica famiglia di ferrieri sassellesi. L’ultimo erede maschio della famiglia, fu il dottor Francesco Grossi, chirurgo presso l’Ospedale di Galliera e poi libero professionista in Genova. Sindaco e poi primo Podestà di Sassello nei periodi 1919-26 e 1926-31. Villa Grossi venne acquistata nel 1940 da Vittorio Grattarola commerciante di legnami in Acqui Terme; ora è di proprietà degli eredi. La lussuosa dimora è settecentesca e possiede un ampio parco nel quale sono ancora presenti alcuni esemplari di alberi secolari. Al piano terreno della villa si possono ammirare le volte affrescate e, su una di esse, è ancora presente l’arma dei Grossi, consistente in una colomba con un ramoscello d’ulivo nel becco soprastante un circolo con fondo bianco e croce in nero, il tutto in campo azzurro.
4 Palazzo Perrando Municipio – piazza Concezione
Il palazzo venne donato alla comunità da Giambattista Perrando q. Lorenzo, Padre Generale degli Scolopi, alla sua morte avvenuta nel 1885. Il palazzo fu voluto da Giacomo, Gio Batta e Gio Bartolomeo Perrando, e portato a compimento da quest’ultimo nel 1691. I nomi dei costruttori sono riportati sui due portali in arenaria locale.
5 Palazzo Gervino – Beigua Geopark – via Gian Battista Badano
Il palazzo è appartenuto ai notai Da Bove. Durante le controversie fra Sassellesi e Doria del 1593-1594 dovute a gravami fiscali ritenuti iniqui e non solo, la casa venne rasa al suolo poiché il Notaio Giacomo Da Bove era ritenuto il caporione della rivolta. Lo stesso Notaio la fece riedificare nel 1613. Il palazzo era passato in eredità dai Da Bove ai Gervino. Ultimo esponente della famiglia Gervino fu il Cav. dott. Tomasitto Gervino che lo lasciò per testamento al Comune di Sassello.
6 Carceri – via Zunini
L’ unica casa che scampò all’incendio del 1672 è situata in fondo a via Zunini, ed apparteneva a Maria Aurelia Doria vedova di Filippo Fieschi. Questa abitazione non venne incendiata per l’amicizia che intercorreva fra la famiglia Fieschi ed il Conte di Cravanza, uno dei comandanti piemontesi. Questo edificio passò poi con i terreni circostanti alla famiglia Pallavicini. All’inizio del ‘700 la casa divenne luogo di detenzione, infatti, in alcuni documenti viene denominato “Palatio Criminali” e le prigioni erano situate nel seminterrato.
7 Villa Abraham Rossi-Carassale – via San Giovanni
Venne costruita all’inizio del ‘900 da Abramo Rossi appartenente ad un ramo dei Rossi soprannominati Lùgan. Egli tornò al paese natio dopo aver trascorso un periodo di tempo in America dove fece fortuna; per edificare la sua dimora dovette provvedere anche alla costruzione della strada della Costa. Villa Carassale costituisce ancora oggi un esempio di edilizia residenziale di rilievo.
G. D.