Botte a soccorritori e infermieri, interviene il presidente Croce Bianca Genovese

Botte a soccorritori e infermieri, interviene il presidente Croce Bianca Genovese
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Carrubba “Servono maggiori tutele per chi opera in prima linea”

Aggressioni soccorritori

– Ormai non si contano più. Le aggressioni ai militi del soccorso hanno raggiunto il culmine nella tarda serata del 14 marzo, dove un ragazzo italiano di 19 anni sotto effetto di Lsd ha aggredito prima i soccorritori del Distaccamento di Carignano all’interno della Galleria Nino Bixio, poi gli infermieri del pronto soccorso del Galliera.

Su questi fatti è intervenuto il presidente della Croce Bianca Genovese, Walter Carrubba (nella foto).

<<Occorre uno sforzo maggiore per salvaguardare i soccorritori e più in generale gli operatori sanitari, questo caso non è il primo e non sarà purtroppo l’ultimo – afferma Carrubba ->>.

Sempre più spesso ai soccorritori si presentano interventi che coinvolgono giovanissimi, e non sempre tutto fila liscio per l’uso di sostanze che alterano lo stato psicofisico.

<<Dopo un lungo periodo di scarsa violenza, a parte sporadici episodi in ospedale – prosegue – è diventato sempre più difficile svolgere il nostro compito a causa di una recrudescenza delle aggressioni dovuta anche a una maggiore diffusione di sostanze illegali: da inizio anno abbiamo soccorso più di 60 persone, in buona parte giovani e giovanissimi, per patologie correlate all’abuso di sostanze.

Il ragazzo soccorso ieri sera, nell’immediato non appariva violento e abbiamo tentato più volte di convincerlo a sottoporsi alle cure del pronto soccorso, come sempre facciamo in questi casi.

Tuttavia – continua il presidente -, in interventi simili a questo in cui si sospetti l’abuso di sostanze, occorrerebbe sempre l’appoggio delle forze dell’ordine, a prescindere da una manifesta violenza. Durante un’alterazione psicofisica si perde il controllo, ma la gestione di questi episodi non è così semplice, e ancor meno semplice è difendersi>>.

Soccorritori e infermieri aggrediti a Genova 1

E pensare che pochi anni fa, durante il Covid, tutto il mondo sanitario apparteneva al mito degli eroi.

<<Durante il periodo pandemico eravamo considerati ‘degli eroi’, in seguito il Decreto-legge 137/2024 ha introdotto “misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari” e modifiche al Codice penale e di Procedura penale, aggravando le pene previste dall’articolo 583-quater C.P. introdotto nel 2007 (reclusione da due a cinque anni in caso di lesioni a personale sanitario) – incalza Carrubba -.

Tuttavia, all’art. 382-bis del Codice di procedura penale, nel prevedere l’arresto in flagranza, si fa riferimento a fatti “commessi all’interno o nelle pertinenze delle strutture sanitarie”; ci auguriamo che siano presto introdotte tutele specifiche anche per aggressioni, minacce e lesioni che avvengono fuori dalle mura delle strutture, ovvero per le strade nelle quali siamo in prima linea, salvo che le ambulanze siano considerate pertinenze di strutture sanitarie>>.

Spesso oltre alle ferite che subiscono i militi anche i danni ai costosissimi mezzi.

<<Occorre inoltre una maggior tutela legale per consentire una difesa contenitiva dei pazienti violenti e per assistere gli operatori durante le quasi inevitabili e infinite cause in tribunale: chi pagherebbe gli avvocati, oltre l’infortunio per il dipendente a carico dell’Inail? Inoltre, posto che il danno alla persona è primario, se il ragazzo di ieri sera avesse sfasciato l’ambulanza, chi avrebbe risarcito la nostra Pubblica Assistenza, considerando il costo di decine di migliaia di euro delle attrezzature e dei mezzi?

Esprimo la massima solidarietà, personale e dell’intera Organizzazione – conclude Carrubba – alla nostra squadra e agli infermieri dell’Ospedale Galliera, sempre in prima linea come noi>>.

 

G. D.