Badante porta l’assistita in Romania e si impossessa del patrimonio, 47enne arrestata
Operazione della Guardia di Finanza e della Polizia giudiziaria di Asti
Asti arresto
– Stamattina poliziotti e finanzieri hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare e del sequestro preventivo a carico di una cittadina rumena accusata di autoriciclaggio e circonvenzione di incapace in danno di una ottantenne, vedova e senza figli.
Il provvedimento è stato emesso dal Gip presso il Tribunale di Asti a seguito di relativa richiesta della Procura della Repubblica.
I fatti: nel settembre 2023 l’anziana donna si era recata presso la Stazione Carabinieri di Castagnole delle Lanze dove aveva lamentato che la sua badante rumena l’aveva strattonata, che la voleva portare in Romania e che la sua abitazione era stata occupata dall’indagata ed altri suoi connazionali.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti ha avviato le indagini che hanno permesso di ricostruire una condotta criminosa iniziata già nel 2015.
Infatti, nel 2014 l’ottantenne aveva assunto la donna rumena per aiuti domestici e soprattutto per assistere il marito malato, con il trasferimento presso la loro abitazione. A seguito del decesso del coniuge, la vedova, priva di una significativa rete parentale ed amicale, veniva accompagnata presso un medico psichiatra che ne rilevava uno stato di depressione.
Ed è proprio in quel periodo che la badante riusciva a convincere l’anziana a fare un viaggio in Romania dove poi, con l’inganno, veniva lasciata inizialmente in una casa di riposo e poi assistita dalla madre della persona sottoposta alle indagini, presso l’abitazione della stessa.
Isolata dalle poche persone che conosceva in Italia, la vittima ha vissuto per anni in Romania, in un luogo dove non conosceva la lingua parlata e con un telefono cellulare con scheda rumena sul quale erano memorizzati solamente le utenze dell’indagata e della madre. Inoltre, tutti i documenti di identità e quelli relativi alla sua salute erano conservati dalla 47enne e dalla madre.
Quel che è peggio, prima della partenza per la Romania l’indagata ha fatto firmare dall’anziana una procura generale a suo nome presso un notaio, le ha fatto sottoscrivere una polizza vita del valore di 120.000 euro della quale era unica beneficiaria e l’ha accompagnata presso la filiale della banca dove aveva i suoi risparmi per farle firmare una delega ad operare sui suoi conti correnti e dossier titoli.
La svolta nell’estate 2023, quando, per motivi di salute, l’anziana signora è stata riaccompagnata in Italia dove si è resa conto che erano stata fatte importanti modifiche alla propria abitazione e che era stabilmente abitata dall’indagata ed altri suoi connazionali.
Tra urla e liti la vedova è riuscita a recarsi presso la Stazione Carabinieri dove è partita una segnalazione alla Procura della Repubblica di Asti.
La successiva inchiesta svolta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria ha permesso di appurare che era stato anche depositato da un notaio un testamento olografo nel quale l’ottantenne aveva nominato erede universale l’indagata (disposizione testamentaria sottoposta a sequestro). Nell’indagine sono state sentite svariate persone informate sui fatti.
La Guardia di Finanza ha anche provveduto ad alcuni accertamenti finanziari che hanno messo in luce come l’indagata si sia appropriata, in danno della persona offesa, di ben 317.000 euro, così come la somma di 149.000 euro (provento del reato di circonvenzione di incapace) in attività economiche ed imprenditoriali (in particolare l’acquisto di una tabaccheria) in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
Immediatamente è stata attivata l’assistenza del servizio sociale territoriale Cisa Asti Sud ed è stata avviata la procedura per la nomina in suo favore di un amministratore di sostegno.
La consulenza psichiatrica ha stabilito che l’anziana, già dall’autunno 2015, versava in una condizione di suggestionabilità, vulnerabilità e fragilità psichica dovuta a una dipendenza affettiva con compromissione della capacità critica e di giudizio con tendenza all’adozione di scelte non libere per la paura dell’abbandono. Ad avviso del consulente tecnico la persona offesa all’epoca dei fatti versava in una condizione di circonvenibilità riconoscibile da terzi, condizione attualmente persistente.
<<La persona sottoposta alle indagini – spiegano dalla Procura – è stata sottoposta al regime degli arresti domiciliari e nei suoi confronti sono anche state eseguite operazioni finalizzate al sequestro preventivo di somme, di beni ed altre utilità fino al valore equivalente al danno cagionato alla persona offesa, come disposto dal Gip nella medesima ordinanza di applicazione della misura cautelare personale.
Si tiene ancora a precisare che le indagini sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi dell’indagato, da presumersi innocente fino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva>>.
G. D.