Peste suina, sindaco di Sassello a rischio penale per procurato allarme

Peste suina, sindaco di Sassello a rischio penale per procurato allarme
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La cattura dei cinghiali nelle gabbie e il relativo smaltimento vengono contestate dalla Asl2 Savona

22 luglio Esposto presentato  QUI

Ormai il contrasto alla peste suina sta assumendo contorni paradossali dove un sindaco potrebbe essere denunciato per procurato allarme, poiché va oltre i propri doveri prendendosi “iniziative isolate ed estemporanee attuate difformemente dalle decisioni assunte dagli esperti riuniti nella Task force”.

Così la pensa l’Asl2 di Savona informata da Buschiazzo stesso sulla proposta riguardante lo smaltimento delle carcasse di cinghiali, ovviamente risultate negative alla peste suina.

Inoltre, alla richiesta del sindaco circa il fatto che le catture trovino giustificazione in un reale e incombente pericolo per la pubblica incolumità, l’Asl sostiene che “non ha mai ricevuto segnalazioni di situazioni che rappresentassero pericolo per la pubblica incolumità”.

È noto come l’amministrazione sassellese si sia dotata di gabbie per la cattura degli ungulati; quindi, il sindaco ha proposto che dopo l’abbattimento le carcasse negative alla Psa siano interrate con calce. Questo per risparmiare risorse pubbliche, i costi di smaltimento sono pensanti, di cui la Corte dei conti potrebbe muovere rilievi.

La risposta del sindaco di Sassello all’Asl è tanto disarmante quanto perentoria.

<<Innanzitutto, viene da dire “scusate il disturbo” dopo che è iniziata un’emergenza quasi sette mesi fa e di fatto sono stati uccisi tutti i maiali sani degli allevamenti e sono state cercate solo delle carcasse, senza che un cinghiale, che è il vettore del virus, sia stato ancora abbattuto. In particolare, dai dati della Dgr 264/2022 si desume che si ha una densità di cinghiali di 7/11 capi ogni 100 ettari: bisognerebbe arrivare a 2-3 capi ogni 100 ettari per avere un corretto rapporto – risponde Buschiazzo -.

Ora, in quasi sette mesi, abbiamo azzerato gli allevamenti suini (che in numero assoluti saranno anche pochi, ma per chi li aveva magari così pochi non erano) e abbiamo cercato carcasse. Un po’ poco, a mio avviso, ma posso sempre sbagliare.

Posso ammettere che l’Asl2 non abbia ricevuto segnalazioni e se ritiene di fare un esposto per procurato allarme nei miei confronti lo faccia pure (se lo si ritiene, scriverlo in una lettera non serve a niente, se non a far crescere la mia frustrazione), ma io di segnalazioni ne ho ricevute parecchie e poi basta aprire i giornali per comprendere che il problema da ambientale è diventato di incolumità pubblica – prosegue Buschiazzo -.

Ho sempre detto in tutti i modi che la mia ordinanza non era una soluzione all’emergenza della peste suina africana, ma uno strumento per risolvere alcune soluzioni puntuali in cui vi erano problematiche di incolumità pubblica.

Comunque, visto che secondo l’Asl faccio del procurato allarme, preparerò un esposto per capire se in questi quasi sette mesi in cui abbiamo ucciso maiali sani, cercato carcasse e iniziato a costruire una recinzione, ci sono state delle omissioni di atti d’ufficio. Sette mesi mi sembrano un po’ tanti per affrontare un’emergenza. Ma, ripeto, posso sbagliare. Farò un esposto – conclude il sindaco – per capire se mi sbaglio>>.

L’azione del sindaco di Sassello trova un forte alleato nella Cia di Savona

<<Cia Savona esprime solidarietà al sindaco di Sassello e al suo intervento sullo smaltimento delle carcasse di cinghiali per l’emergenza peste suina – affermano dall’associazione coltivatori -. La risposta negativa dell’Asl sulla proposta di sotterrare gli animali infetti ha scatenato nuove reazioni e polemiche.

La questione dello spostamento delle carcasse è invece un punto cruciale, sia a livello sanitario quanto economico. La soluzione era stata indicata anche come una sperimentazione per quando le attività di depopolamento, in relazione ai numeri sulla presenza di ungulati, ed evitare eventuali rilievi della Corte dei conti che potrebbero esserci per non aver scelto la strada meno dispendiosa.

L’Asl insiste nei formalismi delle procedure che in emergenza devono essere variate e derogate, soprattutto se non contrarie alle norme e alle prassi in uso nei casi registrati in territorio europeo – continua il presidente provinciale Sandro Gagliolo -.

Il mondo agricolo e quello turistico esprimono crescente preoccupazione per i tempi del piano di abbattimenti che non sono iniziati. Cia trova assurdo che sia limitata l’azione legittima e responsabile di un Sindaco che, in situazione di emergenza, anticipa il più possibile i tempi delle azioni previste dai Piani emergenziali che sono in grave ritardo di attuazione in Liguria.

Paradossale che un funzionario Asl ipotizzi commissione dei reati a parte di un sindaco mentre fronteggia un’emergenza nell’interesse della salute pubblica e con il sostengo di tutta la sua popolazione e dell’economia del suo territorio. Facendo riferimento a norme dello Stato e a esperienze precedenti in situazioni paragonabili.

È vergognoso e inaccettabile e le autorità ammnistrative di Regione Liguria dovrebbero intervenire censurando questo improvvida sortita del servizio sanitario pubblico.

Cia Savona – conclude Gagliolo – sta dalla parte di chi vuole fare qualcosa di concreto dopo sette mesi dalla dichiarazione di emergenza>>.

 

G. D.

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