Sassello mette le gabbie per i cinghiali, gli agricoltori chiedono i danni
L’associazione agricola Cia “forza la mano”: pronta a presentare le schede alla Regione
Sassello
– L’Amministrazione sassellese se ne era fatta carico ed ha portato a termine il progetto contro la peste suina: due gabbie fanno bella mostra nei boschi del comune, pronti alle prime catture, rigorosamente a carico delle guardie regionali.
A parte quella staccionata, più per pecore che per ungulati, che sta salendo su dal Faiallo puntando il territorio di Urbe, quella delle gabbie è il primo vero scudo contro la peste suina. Per essere trascorsi sette mesi dal primo caso positivo, meglio non commentare.
<<Oggi sono state piazzate le prime due gabbie acquistate dal Comune di Sassello – annuncia Buschiazzo -.
Non risolveranno la situazione legata alla sovrappopolazione di cinghiali, né alla peste suina. Tuttavia, andremo a eliminare almeno quelle situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica.
Inoltre – conclude il sindaco -, l’auspicio è che questa piccola azione ci porti ad azioni più decise sul controllo del cinghiale e per arrivare a una convivenza normale con l’emergenza legata alla peste suina africana>>.
Cia Savona chiama a raccolta aziende e attività per le richieste danni
La confederazione degli agricoltori, Cia Savona, dopo mesi e settimane di incertezze sull’emergenza peste suina, rompe gli indugi e chiama a raccolta le aziende e gli operatori danneggiati dalla situazione sanitaria e dalla perimetrazione della zona rossa.
<<Allevamenti e filiere agricole – spiega il presidente provinciale Sandro Gagliolo -, ma anche il settore agrituristico e agroforestale, i comparti soggetti alle misure restrittive sono invitate a compilare nel dettaglio le rispettive schede di risarcimento.
Ad ora solo misure di sostegno finanziario nell’ambito del decreto sulla bio-sicurezza per rendere le aziende in grado di riprendere l’attività di allevamento. Ma non è sufficiente considerata la situazione pregressa e attuale.
Una volta completata la procedura la documentazione sarà consegnata ufficialmente alla Regione Liguria e allo stesso commissario per l’emergenza.
Cia Savona – prosegue il presidente -, nonostante le rassicurazioni nel confronto all’ultimo Tavolo Verde, tira dritto sulla necessità di fornire prima possibile le giuste compensazioni a imprese e attività dell’entroterra, anche per il contesto di crisi generale che potrebbe determinare altre ripercussioni a catena su settori strategici del settore agricolo e turistico.
Le nostre aree rurali e montane devono avere risposte rispetto ad un piano abbattimenti ancora insufficiente e nessuna certezza, ad oggi, su ristori per le aziende e i settori colpiti.
Abbiamo invitato i sindaci a sostenere il contrasto alla diffusione dell’epidemia Psa – continua il numero uno Cia -, ribandendo l’inefficacia delle semplici recinzioni ma, semmai, prendere ad esempio iniziative come quelle di Sassello per le gabbie di cattura, in un programma di intensificazione radicale degli abbattimenti con il coinvolgimento della Vigilanza regionale per l’azione di controllo sanitario e smaltimento delle carcasse.
Avevamo da tempo messo in guardia sul pericolo dei cinghiali, dell’aumento incontrollato della fauna selvatica, come dimostra la nostra petizione e la seguente raccolta firme inoltrata alla Regione Liguria prima dell’inizio dell’emergenza, con la richiesta di una modifica della legge regionale in materia”.
Tra i punti, infatti, gli stessi risarcimenti alle aziende, molte delle quali non hanno mai ricevuto un euro per i danni da ungulati. Ora, con la peste suina e quanto avvenuto, il tempo è scaduto – conclude Gagliolo – e quantificheremo i ristori spettanti al nostro territorio, nel quale, con riferimento al savonese, non è mai stato trovato un caso di infezione>>.
Gli uffici Cia Savona coordineranno l’iniziativa e daranno supporto per la formulazione delle schede e la quantificazione esatta del danno economico.
G. D.