La peste suina li condanna ma gli animalisti chiedono la grazia per i cinghiali del Bisagno

La peste suina li condanna ma gli animalisti chiedono la grazia per i cinghiali del Bisagno
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“Gli animali, già conosciuti e chiamati per nome dai volontari che se ne occupano da anni, vengano identificati e microchippati”

Peste suina africana in Liguria: l’associazione Vita da Cani della Rete dei santuari di animali liberi chiede al Ministro della Salute e al Commissario straordinario la deroga all’abbattimento dei cinghiali che vivono nel torrente Bisagno e in tutti i torrenti genovesi, come già fatto per i maiali e i cinghiali dei rifugi.

<<Oltre alla deroga – spiega la presidente Sara d’Angelo -, chiediamo che gli animali, già conosciuti e chiamati per nome dai volontari che se ne occupano, vengano identificati e microchippati. I cinghiali che vivono nei greti dei torrenti sono tutti sani, nessuno ha contratto il virus, e sono stanziali; da anni inoltre socializzano con le persone. Per questi motivi non possono più considerarsi selvatici e anche a loro può essere riconosciuto lo status che con lungimiranza il Ministero ha attribuito ai maiali e ai cinghiali ospiti dei nostri rifugi, sottraendoli così alla morte”

In Liguria parte con un’operazione “facile” lo sterminio dei cinghiali nella zona considerata rossa per la peste suina africana: i primi a essere catturati e uccisi, nei prossimi giorni a Genova – prosegue la presidente -, saranno infatti gli animali che vivono nel torrente Bisagno, da sempre abituati ad avvicinarsi e a ricevere cibo dalle persone, volontari e volontarie da mesi insieme agli Animalisti genovesi e ad altre associazioni nella lotta per salvarli e per impedire la strage, non solo in città. Anche l’associazione Vita da cani della Rete dei santuari di animali liberi in Italia interviene nuovamente a fianco degli attivisti liguri per sostenerne le richieste.

Come gli animali dei rifugi – conclude d’Angelo – anche i cinghiali del Bisagno vivono in un’area di fatto chiusa e sono stanziali; considerato che da sempre socializzano con l’uomo, non diversamente da quanto succede ai gatti accuditi nelle colonie feline o ai nostri animali nei rifugi, i cinghiali del Bisagno non possono più essere definiti selvatici. Per questo anche per loro chiediamo la deroga all’abbattimento e la possibilità di censirli come ‘non destinati alla produzione alimentare’>>.

 

G. D.