Il commissario Ferrari aggiorna i deputati sulla peste suina
Audizione in commissione Agricoltura della Camera
Due giorni fa, mercoledì 25 maggio alle ore 14, la Commissione Agricoltura ha ascoltato in videoconferenza l’audizione di Angelo Ferrari, commissario straordinario per la peste suina africana (Psa), sulle problematiche del comparto agricolo connesse all’emergenza in corso.
Il commissario ha tracciato un bilancio partendo dal primo contagio di Ovada risalente ai primi di gennaio fino ai ritrovamenti romani di queste ultime settimane.
<<Con la commissione europea è stata individuata l’area infetta – spiega Ferrari -, parliamo di un’area infetta del Piemonte e della Liguria che comprende ben 114 comuni 78 piemontesi e 36 liguri.
A livello nazionale sono state raccolte più di 2400 carcasse di cui 75 casi positivi trovati in Piemonte e 51 in Liguria, 126 casi (oggi saliti a 128 n.d.r.) in 29 comuni, tutti compresi tra le due autostrade la 26 e la 7 che hanno per lungo tempo costituito una barriera di rallentamento. Oggi abbiamo sostanzialmente due fughe uno ad Est sulla 7 all’altezza di Arquata Scrivia e l’altra a ovest all’altezza della 26 all’altezza di Ovada fino ad arrivare al comune di Molare.
Come ho detto le autostrade hanno giocato un ruolo importante e alla società autostrade come primo aspetto ho chiesto – prosegue il commissario – di intensificare le attività di implementazione delle barriere antintrusione da parte degli animali domestici e devo dire che tutte le società autostradali sia l’Autofiori che Asti hanno partecipato in modo molto attivo in questa attività che è dato i propri frutti.
Laddove abbiamo avuto soprattutto delle fughe andremo a costituire una seconda barriera che ormai non è più in fase di progettazione ma siamo in fase praticamente di realizzazione. Il primo lotto dovrebbe essere attivo nei prossimi giorni e questo dovrebbe permettere un ulteriore rallentamento dell’onda.
Poi abbiamo il caso di Roma – continua il commissario -, è un focolaio primario, quindi, non è considerato una gemmazione del focolaio ligure-piemontese. Il primo caso avvenne il 27 aprile e oggi sono stati già confermati 12 casi. Anche in questo frangente abbiamo però il raccordo anulare che ha fornito una barriera, in questo momento viene rafforzata per bloccare tutti i passaggi in modo da evitare anche in questo caso la fuoriuscita di animali infetti dall’area contraddistinta dal raccordo anulare nella zona nord.
L’eradicazione e la gestione della peste suina va affrontata con due aspetti: un occhio molto attento a quello che è la gestione del selvatico e un occhio altrettanto attento con quella che è la gestione invece del mondo produttivo suini che in Italia sappiamo ha un peso assai importante.
C’è moltissimo da fare e ci siamo riportati per questo a quello che è avvenuto in Europa negli ultimi anni, cercando di prendere gli esempi positivi come quello della Repubblica Ceca. Voglio ricordare che non abbiamo nessun suino infetto quindi non siamo in emergenza e ci auguriamo di non arrivare mai a questo punto.
I prodotti suinicoli, in questo momento, stanno già patendo notevolmente la chiusura di alcuni mercati esteri di estrema importanza>>.
Poi il commissario ha risposto ad alcune domande dei membri della commissione Agricoltura partendo proprio dalla gestione commissariale.
<<La struttura commissariale è una struttura nata da poco – illustra Ferrari (nella foto le proteste degli agricoltori durante la Milano-Sanremo a Masone) -, velocemente abbiamo dovuto sulla base di quello che è che sono le norme all’interno dell’area del decreto della legge, da un mese a questa parte ho piacere di lavorare con il sottosegretario Costa, il quale ha dato un ulteriore impulso alle attività della struttura commissariale.
Nelle prossime settimane andremo a perfezionare tutte le attività, abbiamo avuto due mesi di rodaggio che porterà la struttura a lavorare meglio.
Dal punto di vista economico i 10 milioni non sono ancora disponibili al commissario, sarà questione di giorni però sono sufficienti probabilmente solo per le strutture, tantopiù che abbiamo questo nuovo fronte di Roma e del Lazio, probabilmente ci sarà un ulteriore passo da affrontare. Il settore è sicuramente in crisi oggi è stato fatto da parte del Governo un primo sforzo con 25 milioni di euro dedicati al sostegno della filiera produttiva, 15 milioni per le barriere.
Nel Lazio in questo momento non ci sono stati abbattimenti e macellazioni di suini, e voglio fare un distinguo: un conto è l’abbattimento, un conto la macellazione.
In Piemonte sono stati tra abbattuti e macellati qualcosa come 13.520 suini, il che vuol dire che quegli allevamenti adesso sono nuovi e lo rimarranno per un po’ perché è inutile creare nuovamente una situazione di rischio e di pericolo.
Sull’economia di quei comuni che sono all’interno abbiamo permesso l’apertura di alcune attività però alcuni aspetti legati all’attività silvestre e via dicendo sono ancora bloccate e per sbloccarle bisognerà attendere alcuni dati epidemiologici e bisognerà credo pensare a una serie di ristori nelle regioni. La Regione Piemonte e la Regione Liguria hanno già messo a disposizione determinate cifre, però credo che l’intervento sia ancora più alto, però questo ahimè non fa parte dell’attività del commissario mentre fa parte dell’attività del commissario andare a mettere in protezione il sistema produttivo nazionale, perché voglio ricordare che il contenimento e la radicazione della malattia sono gli obiettivi principali.
Ricordo sempre che la fine della malattia avviene nel momento in cui è trascorso un anno dal ritrovamento dell’ultima carcassa positiva.
Le regioni sono quattro – prosegue Ferrari nel rispondere alle richieste dei parlamentari – ma solamente in Piemonte e Liguria ci sono dei casi infetti, le altre due regioni della Lombardia ed Emilia sono toccate invece dall’area buffer e dall’area di restrizione uno, sono coinvolte ma non c’è un caso quindi questo può tranquillizzare.
Nelle aree infette vi è un piano che si chiama piano di radicazione, sotto questo aspetto non c’è solamente un aspetto di gestione della fauna ma c’è un aspetto sanitario, è necessario dover abbattere i suini, dover macellare i suini. Per evitare il passaggio della malattia, d’altra parte, abbiamo la necessità di dover effettuare un abbattimento selettivo dei cinghiali nelle zone infette perché lì dobbiamo creare il vuoto sanitario; quindi, abbiamo dei piani di eradicazione e dei piani di abbattimento a livello nazionale. I piani di eradicazione sono molto più intensivi e devono essere effettuati molto più velocemente nelle aree dove abbiamo la malattia.
Le regioni hanno quasi tutti completato il primo, le due regioni Piemonte e Liguria hanno terminato e dobbiamo consegnarlo alla commissione europea il 31 maggio tramite il ministero per poter accedere anche ai contributi comunitari per la gestione della peste suina>>.
E intanto l’emergenza peste suina in Liguria e Piemonte continua!
G. D.