Sassello Urbe Pontinvrea ricorrono al Capo dello Stato sulla peste suina
Sentieri e boschi vietati, ma il tempo passa e le festività pasquali sono alle porte
Sassello acquista gabbie di cattura QUI
Sassello
, Urbe e Pontinvrea impugnano l’ordinanza ministeriale del 13 gennaio “Misure urgenti per il controllo della diffusione della Peste suina africana a seguito della conferma della presenza del virus nei selvatici” e presentano ricorso al Presidente della Repubblica.
Le motivazioni riguardano i divieti posti dall’art. 1 dell’ordinanza stessa, in particolare ai due commi:
- … sono vietate ai sensi dell’art. 65, lettera b) del medesimo regolamento, le attività venatorie di qualsiasi tipologia. I servizi regionali competenti, su richiesta degli interessati, possono autorizzare la caccia di selezione sulla base di una valutazione tecnica che tenga conto della natura dell’attività e delle specifiche caratteristiche dell’area coinvolta.
- … sono altresì vietate la raccolta dei funghi e dei tartufi, la pesca, il trekking, il mountain biking e le altre attività che, prevedendo l’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti o potenzialmente infetti, comportino un rischio per la diffusione della malattia. …
Peraltro, va anche considerato che il “manuale delle emergenze da peste suina africana in popolazioni di suini selvatici del 21 aprile 2021” prevede che l’area di circolazione attiva del virus sia delimitata da un perimetro composto dai ritrovamenti più esterni delle carcasse positive al virus e da un’ulteriore area “buffer” distante 6 km da tutto il perimetro dell’area infetta, quindi i tre comuni sarebbe ampiamente fuori dall’area in cui insistono i divieti.
Inoltre, scrivono i Comuni nel ricorso: <<L’ordinanza 13 gennaio sta portando ingiustificatamente notevoli danni alle attività economiche del territorio, già colpite da due anni di epidemia di Covid-19 e da due alluvioni (2019 e 2021), e procuri un notevole danno di immagine>>.
L’incarico legale è stato conferito all’avvocato Michele Parodi di Varazze.
Dopo oltre due mesi da quel 7 gennaio, quando fu ritrovata la prima carcassa di cinghiale positiva alla Peste Suina Africana nel Comune di Ovada (Alessandria), sono stati effettuali tanti monitoraggi sul territorio alla ricerca di carcasse ma nessun abbattimento di cinghiali, i Comuni sono in ginocchio a livello turistico, le festività pasquali sono alle porte, ben venga quindi “disturbare” il Presidente della Repubblica.
G. D.