Spese pazze Liguria 2010-2012, 19 consiglieri regionali assolti

Spese pazze Liguria 2010-2012, 19 consiglieri regionali assolti
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Non hanno commesso il fatto, chi era viceministro, altri sindaci, si erano dimessi dalla carica

Secondo gli inquirenti alcuni consiglieri regionali della Liguria negli anni dal 2010 al 2012 avrebbero ottenuto rimborsi per spese istituzionali quando invece si trattava di spese personali (cene, abbigliamento, intimo): le famose “spese pazze”.

Ora la Cassazione li ha assolti in via definitiva: non hanno commesso il fatto, le spese erano istituzionali. Avevano ricevuto in primo grado pene tra i 2/3 anni.

Si tratta di 19 politici/amministratori eletti in Liguria, alcuni ancora sulla breccia, altri per la legge Severino avevano dovuto dimettersi da sindaco o da viceministro, altri sono caduti nell’oblio

Questo il lungo elenco: Alessandro Benzi, Michele Boffa, Francesco Bruzzone, Armando Ezio Capurro, Giacomo Conti, Raffaella Della Bianca, Marilyn Fusco, Gino Garibaldi, Roberta Gasco, Marco Limoncini, Marco Melgrati, Antonino Miceli, Luigi Morgillo, Franco Rocca, Alessio Saso, Aldo Siri, Edoardo Rixi, Matteo Rossi, Matteo Rosso.

Alcuni dei primi commenti a caldo

<<Con la conferma dell’assoluzione espressa nei precedenti gradi di giudizio – commenta Edoardo Rixi -, la Cassazione ribadisce la mia estraneità alle infamanti accuse di falso e peculato che ho combattuto per anni. Pur sapendo di essere innocente nel frattempo mi sono dimesso da vice ministro, ho rinunciato alla poltrona da governatore e ho preferito non assumere ruoli per evitare futili critiche alla Lega e al mio operato. Una vicenda che dovrebbe far riflettere i giustizialisti della prima ora, quelli che mi hanno chiesto subito le dimissioni: i processi si celebrano in tribunale, non in piazza. E’ la sottile differenza tra democrazia e demagogia. Ringrazio Matteo Salvini, la Lega, famiglia e amici che mi hanno fatto sentire sempre il loro sostegno. Ora guardiamo avanti, per le elezioni comunali a Genova e per le prossime Politiche c’è molto da fare>>.

<<Sono stati anni molto difficili – spiega Matteo Rosso – ma mi hanno ancora più motivato a mettermi a disposizione delle persone più fragili e più deboli>>.

 

G. D. (nella foto Boffa e Bruzzone)