La Peste Suina Africana risale l’Orba, Buschiazzo: nessun cinghiale abbattuto
I cinghiali ammalati si fanno più vicini al comprensorio sassellese
Sassello – Il sindaco di Sassello Daniele Buschiazzo interviene con forza dopo gli ultimi ritrovamenti di casi positivi alla peste suina nei territori alessandrini.
<<Il ritrovamento di carcasse positive alla peste suina a breve distanza (anche temporale) fra Rocca Grimalda (AL), Geirino (Ovada – AL) e ora a Molare (AL) fa preoccupare molto – afferma Buschiazzo -.
E’ un risalire l’Orba, sul lato sinistro dell’autostrada, che non fa presagire a niente di buono per un contenimento dell’epidemia di peste suina africana.
L’aspetto grottesco è che dopo quasi due mesi non è stato abbattuto ancora un cinghiale e le nostre attività rischiano danni economici ingentissimi. Lungo le sponde dell’Orba dovrebbe cominciare una fase di controllo con abbattimenti.
I due Ministeri (della Salute e delle Politiche Agricole e Forestali) non hanno fatto quasi nulla di sostanziale: parole, annunci, provvedimenti insignificanti che, se hanno prodotto qualcosa, è stato solo l’immobilismo.
Se non si agisce tempestivamente – continua Buschiazzo -, si rischia veramente che la situazione sfugga di mano.
Se è un’emergenza, va affrontata con mezzi straordinari che deroghino anche alla normativa vigente. Non possiamo pensare di chiedere pareri a Ispra prima di avviare un piano di abbattimento sul cinghiale in una situazione di epidemia.
Non possiamo nemmeno pensare di utilizzare i cosiddetti metodi cruenti per il controllo dei cinghiali dopo che hanno fallito i metodi ecologici – prosegue il sindaco -. Dobbiamo poter agire in deroga alla L. 157/1992. In questo caso, l’abbattimento dei cinghiali non è un’attività di caccia, ma un’attività di controllo sanitario.
Se non possiamo, allora non è un’emergenza e non vanno prese misure di emergenza in nessun campo. È semplice logica.
Inoltre, è necessario e urgente che vengano stabilite regole di comportamento e profilassi, prima dell’installazione di barriere fisiche e recinzioni, per poter accedere il prima possibile ai boschi sia dell’area buffer che della zona infetta, limitando il più possibile il ricorso ai divieti assoluti.
Questo perché le situazioni vanno contestualizzate: veniamo da due anni di Covid, da due alluvioni e ora c’è anche la guerra (che porterà pesanti aumenti sui costi delle materie prime e dell’energia), non possiamo consentirci il “lusso” di limitare le attività economiche, perché questa volta il rischio è quello di vedere chiusure su chiusure.
E in questo senso – conclude Buschiazzo – i ristori servono a poco: le aziende devono poter lavorare>>.
G. D.