Peste suina e cinghiali a Genova, animalisti chiedono un confronto
Le associazioni animaliste Vita da Cani e la Rete dei santuari, insieme ad Animalisti genovesi e Fine dello specismo, hanno scritto alle Istituzioni
Dopo la cattura, giovedì, di quattro animali nel greto dello Sturla nel piano di emergenza peste suina, Vita da Cani e la Rete dei santuari, insieme ad Animalisti genovesi e Fine dello specismo, chiedono nuovamente con forza alle istituzioni di revocare ogni abbattimento nel Bisagno e in città e di conoscere dove sono stati portati gli animali prelevati e cosa è loro accaduto.
«Proponiamo un tavolo di lavoro – scrive Sara d’Angelo -, in cui siano rappresentati anche gli interessi degli animali e dei cittadini che hanno a cuore la loro sorte, per redigere un progetto pilota nella colonia del Bisagno da replicare nei concentramenti di cinghiali a Genova e in altre città.
Secondo le simulazioni effettuate, per rallentare significativamente la diffusione del virus si dovrebbe rimuovere nel brevissimo periodo il 90% dei cinghiali, obiettivo irrealistico da raggiungere – conclude d’Angelo -. I massacri in programma stimano di eliminare meno della metà dei cinghiali presenti, quindi si tratta di interventi inutili e non risolutivi»
Nella lettera alle istituzioni, le associazioni chiedono che i cinghiali continuino a vivere lungo il Bisagno, negli altri torrenti e concentramenti urbani, che vengano potenziate le barriere per impedirne l’uscita in città, un programma di limitazione delle nascite, ulteriori soluzioni preventive nelle autostrade, censimento degli hot spot di attraversamento stradale e creazione di corridoi ecologici, cassonetti non rovesciabili e il divieto di caccia nelle aree boschive intorno ai centri urbani per evitare che gli animali fuggano, cercando cibo e rifugio in città
All’esplosione della peste suina, le associazioni protestarono davanti alla Regione, ed ora chiamano nuovamente ciascun cittadino all’azione per dimostrare la propria forte contrarietà al massacro degli animali.
G. D.