Carceri liguri 2020 raccontate dalla Polizia penitenziaria
Lo rende noto il Sappe della Liguria partendo dall’appello per una maggiore assistenza sanitaria ai detenuti psichiatrici
I problemi delle carceri liguri sono e restano collegati da una presenza di detenuti superiore a quella consentita. Ma il fenomeno che preoccupa il segretario regionale del Sappe Michele Lorenzo è l’elevata presenza di detenuti psichiatrici, ancora non censita ma presupposta, che condiziona l’attività della Polizia Penitenziaria in gergo di sicurezza ed incolumità penitenziaria.
<<Al 31 dicembre 2020 lo specchio dei detenuti ristretti nelle 6 carceri liguri a fronte di 1120 posti, è di 1352 detenuti – spiega Lorenzo -, 128 in meno rispetto al trascorso anno grazie ad uno svuota-carceri per contenere l’effetto al contagio pandemico, ma questa riduzione non ha contribuito a rendere meno problematica la gestione delle carceri ed i dati ne rappresentano la riprova.
La suddivisione tra i sei istituti della Liguria si presenta così:
- Genova Marassi 647 detenuti su una capienza di 521 posti
- Sanremo 256 detenuti su una capienza di 240 posti
- La Spezia 172 detenuti su una capienza di 151 posti
- Imperia 57 detenuti su una capienza di 60 detenuti
- Genova Pontedecimo 155 detenuti dei quali 73 donne su una capienza di 96 posti dei quali 43 nel reparto femminile.
- Chiavari 65 detenuti su una capienza di 52 posti.
I detenuti stranieri sono 735. E’ Sanremo a detenere la percentuale più elevata di stranieri reclusi con il 57,81% seguito da Imperia con 56,14%, La Spezia con il 54,65%, Genova Marassi con il 54,10%, Chiavari con il 52,31%, infine l’istituto di Genova Pontedecimo con il 49,68 %.
Oggi – prosegue il segretario – l’ulteriore caratteristica negativa della Liguria penitenziaria è rappresentata dalla presenza di detenuti psichiatrici ingiustamente ristretti nelle carceri, invece di essere curati in appositi centri regionali denominati Rems ancora inesistente in Liguria.
Quindi non è solo l’assenza del carcere di Savona la negatività regionale, per altro recepiamo la notizia di questi giorni di un ritrovato interesse per l’individuazione delle aree papabili all’edificazione del nuovo carcere savonese tra le aree di Cengio o quelle di Cairo Montenotte, auspico – commenta Lorenzo – che sia la volta decisiva dopo cinque anni di disinteresse.
L’effetto che produce la presenza di soggetti psichiatrici è causa di una serie di eventi critici che inficiano la sicurezza dell’istituto oltre all’incolumità del poliziotto penitenziario, è quindi necessario capire le motivazioni per le quali la Rems di Calice al Cornoviglio (Spezia) non è ancora stata consegnata benché ultimata come è altrettanto indispensabile dotare gli istituti di un’assistenza specialistica idonea per ridurne l’aggressività>>.
La carenza d’organico dei Poliziotti Penitenziari è notevole, ne mancano 130 unità
Veniamo ora a quanto accaduto dietro le mura delle carceri liguri nel 2020.
<<Nel 2020 gli “angeli del carcere” nonché Polizia Penitenziaria, in Liguria hanno sventato 58 tentativi di suicidio, (ben 36 in più rispetto allo 2019) sintomatico riconoscere al Poliziotto penitenziario un determinante ruolo sociale ed umanitario nonché determinante per la sicurezza.
I tentati suicidi sono purtroppo una dolente realtà – continua nella sua analisi il segretario Sappe– ai quali bisogna prestare elevata attenzione perché ogni morto in carcere rappresenta una sconfitta per lo Stato. Oggi solo la Polizia penitenziaria può sventare i suicidi ma c’è bisogno di maggior personale e maggiore formazione elementi questi carenti in Liguria.
Il quadro degli eventi critici registra anche 435 azioni di autolesionismo, 399 colluttazioni, 65 ferimenti.
Le azioni di proteste sono state 2.290 delle quali 184 casi di sciopero della fame, 32 rifiuto del vitto, 234 danneggiamenti a celle, 920 proteste per le condizioni di detenzione, 1452 proteste con battitura alle inferriate, 74 rifiuti di rientrare nelle celle.
Questa mole di “criticità” viene contrastata solo dalla tenacia e professionalità della Polizia Penitenziaria spesso non valorizzata e sempre in forte carenza d’organico che si conta in 130 Poliziotti Penitenziari>>.
Per Lorenzo i dati sono importanti perché servono per la valutazione di un piano d’intervento, se questi si fossero verificati in un luogo diverso dal carcere, avrebbero suscitato attenzione, fatto scattare il cosiddetto allarme sociale e porre i relativi correttivi. Allora allo stesso modo vorrebbe che quello che accade negli istituti trovasse analoga attenzione.
<<E’ ovvio – conclude il Sappe ligure – che la Liguria penitenziaria rimane intasata, ed è indispensabile ragionare per trovare i giusti correttivi; oggi sembrerebbe solo aver preso atto delle problematiche senza altro aggiungere e senza linee guida.
Come Sappe richiamiamo l’attenzione dei politici liguri e della magistratura, perché questo combinato aumento popolazione detenuta/eventi critici con carenza di Polizia Penitenziaria, gestione detenuti psichiatrici ed assenza di strutture/assistenza sanitaria, potrebbe compromettere seriamente il futuro assetto sicurezza delle carceri liguri e ciò che ne è collegato>>.
G. D.