Frode telefonica bloccata dalla Finanza. Bastava un nulla per vedersi addebitare servizi non voluti, controlli sui gestori
Perquisizioni e sequestri della Guardia di finanza anche presso la sede legale di Windtre. Missiva all’autorità per le garanzie nelle comunicazioni anche in relazione alla posizione di Vodafone e Tim
Attivazioni fraudolente di servizi a pagamento sul conto telefonico: vasta operazione a tutela dei consumatori addebiti per servizi a sovrapprezzo senza il consenso degli utenti.
Numerose perquisizioni ed ispezioni informatiche sono state eseguite in questi giorni dai militari della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e della Squadra reati informatici della Procura.
Sono infatti migliaia i clienti delle tre più importanti compagnie telefoniche italiane (Windtre, Vodafone e Tim) a cui sono stati accreditati importi non dovuti per attivazioni indebite dei cosiddetti Servizi a valore aggiunto (Vas) sul proprio dispositivo mobile.
Bastava visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (Zero Click), ci si ritrovava istantaneamente ad essere abbonati ad un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro.
Fenomeno illecito che, come dai riscontri acquisiti dal consulente informatico della Procura di Milano, non si è interrotto neppure durante la recente emergenza sanitaria nazionale.
Un business illecito da milioni di euro con opportunità di guadagno anche mediante le attivazioni dei servizi Vas sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (le cosiddette machine to machine, M2M) senza alcun consenso da parte di utenti.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, nella persona del Procuratore della Repubblica dott. Francesco Greco, del Procuratore Aggiunto dott. Eugenio Fusco e del Sostituto Procuratore dott. Francesco Cajani, riguarda l’ipotesi di frode informatica ai danni dei consumatori ex art. 640-ter c.p., l’intrusione abusiva a sistema telematico ex art. 615-ter c.p. e la tentata estorsione contrattuale ex art. 56, 629 c.p., commessa da 3 soggetti – alcuni con ruolo dirigenziale – di Windtre nonché di aggregatori/hub tecnologici, content service provider (Csp) in concorso tra loro.
Attualmente sono undici le persone indagate mentre 12milioni di euro sono già sottoposti a sequestro preventivo. L’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) è stata compiutamente informata. Vi è l’impegno di tutti per interrompere, definitivamente, tale illecito fenomeno.
G. D.