Covid-19 Perché tanti mafiosi stanno uscendo dal carcere?
Lega: non fare uscire i mafiosi e rimettere dentro quelli scarcerati
Sentire spesso parlare di Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e poi vedere che le porte del carcere si aprono per pericolosi capi mafia fa accapponare la pelle.
Non credo occorra essere leghisti per condividere quanto affermano i consiglieri regionali Franco Senarega, Paolo Ardenti, Alessandro Puggioni e Giovanni De Paoli, appunto della Lega.
“I criminali e i presunti criminali in attesa di giudizio, inclusi quelli detenuti per reati di stampo mafioso, restino in carcere. Inoltre, deve essere sospeso il provvedimento con il quale diversi detenuti sono stati scarcerati, anche con la scusa dell’emergenza coronavirus, che devono essere rimessi dentro immediatamente”.
“Abbiamo quindi presentato – hanno spiegato i leghisti – un ordine del giorno affinché Regione Liguria sia capofila e si attivi presso il Governo in tal senso, fermo restando che lo Stato, anziché scarcerare, deve garantire ai detenuti le misure idonee a salvaguardia della loro salute.
Secondo gli organi di stampa, ben 456 detenuti ‘in regime di alta sicurezza’ hanno recentemente presentato istanza di scarcerazione per l’incapacità, da parte del Governo, di gestire l’emergenza coronavirus pure nelle carceri italiane. Di questi, 225 risulterebbero boss mafiosi in ‘detenzione definitiva’ e 231 sarebbero presunti boss mafiosi in attesa di giudizio, imputati, appellanti o ricorrenti.
L’ulteriore scarcerazione di questi detenuti ad opera di taluni magistrati, andrebbe a vanificare l’attività di contrasto alla mafia portata avanti con coraggio e impegno dalle Forze dell’ordine e sarebbe un ulteriore oltraggio per le famiglie delle vittime di reati di mafia.
In questo teatro dell’assurdo, il ministro della Giustizia ha riferito di essere al lavoro per trovare un vincolo normativo che riporti in carcere i diversi detenuti mafiosi che proprio grazie alla sua attività sono stati scarcerati, confermando la sua sconsiderata e superficiale gestione della situazione”.
G. D.