Sarzana nuovi sviluppi dopo gli arresti di ieri sulla banda di spacciatori
Un consumatore dà in pegno l’orologio pur di avere una dose di cocaina
Ieri i carabinieri di Sarzana hanno fatto irruzione in una abitazione nel centro di Sarzana, dove tre marocchini irregolari l’avevano adibita a base operativa per spacciare droga:
- S.R. di 30anni, detto “Simo”;
- A.L. di 27anni, detto “il Bimbo”;
- T.A. di 36anni, detto “Taus”.
L’indagine dei Carabinieri ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità la dipendenza a cui i tossicodipendenti sono sottomessi.
Uno di questi, un sarzanese cinquantenne, trovatosi senza denaro, pur di ottenere il mezzo grammo di cocaina per un valore di 40 euro, impegnava il proprio orologio consegnandolo in pegno al “Bimbo”. Nel pomeriggio, reperito in qualche modo il denaro, il cliente chiamava lo spacciatore che mandava il suo braccio destro a restituire l’orologio in cambio del denaro contante.
Questo riscontro è stato uno dei molti risultati utili a comprendere come l’organizzazione, strutturata e stabile, attraverso il “capo” curava le relazioni tramite quattro o cinque cellulari, i cui numeri venivano cambiati ogni due settimane per il timore di essere intercettati, inviando i nuovi numeri ai clienti di fiducia per non perdere l’ ”affezionata“ clientela che veniva rassicurata e “coccolata” garantendo sulla qualità della sostanza e del servizio, disponibile h24, veloce e senza necessità di un preavviso.
Il “capo”, che teneva i contatti telefonici, già noto alle forze dell’ordine sempre per reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti, era molto guardingo come emerso dalle conversazioni telefoniche intercettate:
– ci sei?
– si, grande o piccola? (intendendo se dose da 20/30 euro o da 50)
Lo spacciatore sceglieva uno dei tanti luoghi di incontro in modo tale da essere completamente imprevedibile ad un eventuale controllo da parte dei carabinieri e pure senza dare nell’occhio ai comuni cittadini con una presenza costante.
A volte, proprio come un imprenditore che fa sondaggi, si informava con i clienti più affezionati, diciamo gli intenditori, sulla qualità dello stupefacente, chiedendo loro “com’era la pizza…”.
L’attività di spaccio è stata stroncata e dopo mesi di riprese video, intercettazioni telefoniche e riscontri sui clienti, l’indagine si è conclusa con i tre arresti di ieri.
Ora però è caccia al quarto uomo: il gruppo, infatti, era costituito da quattro elementi, tre dei quali sono stati sorpresi dall’irruzione dei carabinieri nella base di via dei Molini, ma il quarto “pony express” della droga non è stato ancora reperito.
Forse insospettito dai controlli fatti dagli investigatori intorno al covo, forse avvisato da uno dei clienti fermati a cui era stata sequestrata la cocaina, il giovane marocchino 33 enne si è dato alla macchia appena una settimana prima che l’ordinanza di custodia cautelare in carcere divenisse operativa.
Ora i carabinieri della Aliquota Operativa hanno già diramato le ricerche in tutta Italia e ovunque lo stesso venga controllato, risultando latitante, sarà immediatamente arrestato.
G. D.