Coronavirus. Vertice in Prefettura, nessun caso in Liguria
Tre situazioni di isolamento volontario fiduciario a Levanto, Rapallo e Albenga
<<È in corso il vertice in Prefettura a Genova – afferma il presidente del Regione Liguria Giovanni Toti – con il nostro Dipartimento di Sanità e la Protezione Civile per essere coordinati e pronti a gestire al meglio qualsiasi eventuale caso di coronavirus in Liguria.
Intanto la situazione al momento delle ultime vicende è nessun caso presente in regione Liguria. Abbiamo alcuni casi di isolamento volontario fiduciario, in attesa di verificare le situazioni. Sono per lo più quelli noti, quello di Levanto e si è aggiunto un caso a Rapallo di una signora proveniente da quelle zone, un altro caso a Albenga. Potrebbero aggiungersi altri casi, vedremo>>.
L’assessore alla Salute Sonia Viale precisa che non è poi detto che fra le varie segnalazioni, fra le ultime due persone di Savona provenienti dall’area di Lodi, vi siano poi casi di contagio. Ci sono persone preoccupate per essere state in aree a rischio, quindi si isolano in casa e vengono monitorate dai medici.
L’intervento del virologo dottor Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm, Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche
<<L’Italia – spiega il dottor Maga del Cnr – in queste ore sta assistendo alla comparsa di un focolaio di infezione da Sars-CoV2, che causa la sindrome respiratoria denominata Covid-19.
Due sono i problemi che oggi il sistema di sorveglianza deve affrontare: identificare la fonte dell’infezione e limitare la diffusione del virus. Entrambe le questioni sono in queste ore affrontate con estrema rapidità ed efficienza.
Solo nelle zone attualmente interessate dalla circolazione il rischio è superiore e i cittadini devono seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. Al di fuori di quelle zone la situazione rimane come nelle scorse settimane. L’infezione dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. In 10-15% dei casi può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno nell’assoluta maggioranza dei casi. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva.
Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone <65 anni e/o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come sarebbero per l’influenza. Il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso o chiudersi in casa.
Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale. Quindi, al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino deve continuare ad avere una vita assolutamente normale.
Seguendo le elementari norme di igiene soprattutto levandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate>>.
G. D.