Eredita i beni di un principe africano, ma è una truffa a 50enne in Valbormida
Per sbloccare l’eredità occorrevano 17 mila euro che la donna ha iniziato ad anticipare
Valbormida truffa
– Alle spalle del finto principe africano vi erano due donne che hanno truffato una 50enne della Valbormida facendosi accreditare svariati bonifici che occorrevano per sbloccare l’eredità.
Questo genere di e-mail circola da anni e non sappiamo come la donna possa essere caduta nella trappola. Savonese di nascita e residente in Valbormida, pare avrebbe avuto diritto al lascito di un nobile di un lontano paese.
Certamente un sogno che si realizza, un inaspettato colpo di fortuna, una benedizione in tempi di crisi, forse è quello che ha pensato la “vittima beneficiaria” dell’eredità di un principe africano, tanto da convincerla che per sbloccare la favolosa cifra a cinque zeri fosse necessario anticiparne la più modesta, ma di certo non trascurabile, somma di diciassettemila euro.
La donna, dopo aver eseguito, in diversi mesi, una serie di bonifici su una carta Money transfert a lei intestata, ma della quale si era fatta convincere a dare i codici ai misteriosi curatori dell’eredità, si è rivolta ai Carabinieri della Stazione di Cairo Montenotte.
Nel frattempo, dopo ogni versamento, il denaro veniva sistematicamente dirottato su decine di conto correnti in Italia e in Africa.
I militari, proprio seguendo la scia del denaro, sono riusciti a ricostruire l’intricata rete messa in piedi dai malviventi, che sono risultati essere, alla chiusura dell’attività investigativa nei giorni scorsi, due donne di quarantaquattro e cinquantacinque anni residenti in altrettante regioni del Sud Italia.
È probabile che le malviventi non abbiano agito da sole, come testimoniano i vari smistamenti delle somme sottratte con il raggiro; infatti, s’ipotizza una rete più estesa e transnazionale; saranno tuttavia loro che, se riconosciute colpevoli dall’Autorità Giudiziaria, ne pagheranno per prime le conseguenze legali.
Le truffatrici sono state quindi denunciate per i reati di truffa, riciclaggio e favoreggiamento in concorso. Ma, se il risultato investigativo è ottimo, nessuna garanzia invece alla vittima di poter riavere indietro il suo denaro, in tutto o anche solo in parte.
<<Contro truffe simili – spiegano dal Comando -, l’unico modo di proteggersi è la prudenza e la cautela verso quel che sembra troppo bello per essere vero, oltre alla partecipazione a una delle conferenze o incontri di sensibilizzazione che i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Savona organizzano a beneficio della popolazione e che già tanti tentativi di truffa hanno contribuito a sventare.
Il procedimento è comunque nella fase preliminare, e tutti i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità delle indagate, non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria>>.
G. D.