Arrestati in Val Bormida prima il padre poi il figlio per spaccio e documenti falsi

Arrestati in Val Bormida prima il padre poi il figlio per spaccio e documenti falsi
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Già noti alle Forze dell’ordine, hanno 59 e 36 anni

Val Bormida arresti

– La vicenda è data alcuni mesi fa e si è conclusa la settimana scorsa con l’arresto di due cittadini albanesi, padre e figlio.

I fatti risalgono al maggio 2023, quando i Carabinieri della Compagnia di Cairo Montenotte avviano accertamenti sui due uomini, poi indagati per diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

Un primo controllo sul più anziano dei due, un 59enne già noto alle Forze dell’Ordine ed espulso dal territorio italiano con divieto di ritorno per dieci anni, avviene ad agosto 2023. Allora l’uomo aveva esibito un passaporto falso, senza tuttavia riuscire a ingannare i carabinieri, che lo avevano arrestato per il possesso del documento contraffatto, false dichiarazioni, rientro clandestino nel territorio nazionale e il porto di un coltello a serramanico.

Poi nel successivo dicembre padre e figlio erano stati segnalati alla locale Autorità Giudiziaria per altri episodi di spaccio di stupefacenti, assieme a due fiancheggiatori italiani indagati per favoreggiamento personale.

Quindi, si arriva ai primi giorni di febbraio, in cui i carabinieri di Carcare sono riusciti a individuare in Val Bormida il figlio 36enne, a sua volta già plurisegnalato e in possesso di svariati alias, nel frattempo raggiunto, come il padre, da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere proprio per il concorso in spaccio di stupefacenti continuato.

Come il padre, anche il 36enne ha fornito ai militari false generalità e un passaporto contraffatto, peggiorando solo la sua posizione. Infatti, dopo l’arresto è stato indagato anche per il possesso del documento falso e le dichiarazioni mendaci; quindi, accompagnato presso il carcere di Genova Marassi, dove si è ricongiunto con il genitore e dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Savona.

Il procedimento è nella fase preliminare, tutti i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria.

 

G. D.