Carabinieri Forestale interventi a Sassello, Pontinvrea, Calice, Val Bormida
Non più stazioni ma nuclei, cambiano denominazione ma resta immutato l’impegno a tutela di boschi, ambiente e paesaggio
Nuclei Carabinieri Forestale
– Il Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, avviato dal 1° gennaio 2017, cambia denominazione al suo interno: le “Stazioni Carabinieri Forestali” diventano “Nuclei Carabinieri Forestale” una forma più specialistiche in rappresentanza delle attività attribuite alla componente forestale sia al fine di evitare l’insorgere di possibili incertezze, da parte dei cittadini, rispetto ai differenti servizi di prossimità e controllo del territorio assicurati dalle Stazioni della linea territoriale.
Le competenze restano comunque le stesse, così come rilevate dagli impegni degli ultimi mesi nella campagna estiva di prevenzione e repressione dei reati di incendio boschivo, durante lo stato di grave pericolosità, decretato da Regione Liguria e tuttora vigente.
<<Addentrarsi con i mezzi fuoristrada lungo la viabilità forestale e proseguire lungo i sentieri alla ricerca di patriarchi da inserire negli elenchi degli “alberi monumentali”, seguire le tracce di cinghiali e lupi, vigilare sui numerosi turisti che praticano l’outdoor, l’attività venatoria o la raccolta di prodotti del sottobosco, passando per i controlli circa la gestione dei rifiuti e l’accensione di fuochi… queste sono e rimangano le principali attività di competenza dei Carabinieri “verdi” – spiega il comandante Ten. Col. Giovanna Vulpi -.
In ambito provinciale non mancano però altre importanti iniziative condotte dalla linea forestale a difesa della sicurezza ambientale e del paesaggio. Le recenti cronache hanno diffusamente riportato gli esiti del processo di primo grado a carico dei responsabili di illeciti edilizi e paesaggistici eseguiti in comune di Pontinvrea nell’ambito della realizzazione del poligono di tiro in loc. Isolazza>>.
Inoltre, la stessa Procura di Savona ha trovato nei militari dei reparti Carabinieri Forestali di Sassello e Calice Ligure un solido supporto per lo svolgimento delle deleghe d’indagine volte a verificare le trasformazioni di un’area agricola, in parte boscata e sottoposta a vincoli idrogeologici, paesaggisti e dovuti alla vicinanza con l’impianto comunale di depurazione.
È poi notizia di questi giorni circa i controlli svolti periodicamente lungo i corsi d’acqua, dove i Carabinieri del Nucleo CC Forestale di Cosseria ha rilevato irregolarità edilizie da parte dei gestori di un maneggio in Val Bormida. È emerso che l’intero fabbisogno idrico del maneggio, realizzato lungo le sponde del Fiume Bormida, dal mantenimento ed igiene degli animali, alle esigenze gestionali degli impianti, sia stato finora soddisfatto da quanto derivato “abusivamente” dal corso d’acqua, così come è risultato irregolare e privo di autorizzazione lo scarico degli impianti igienici.
<<La Regione Liguria – prosegue Vulpi – ha di recente richiesto l’attenzione di associazioni di categoria e di imprenditori del settore sulla necessità, da parte di questi ultimi, di iscriversi all’albo delle imprese forestali e di dotarsi delle necessarie autorizzazioni nel caso di tagli di boschi ubicati all’interno di aree sottoposte a particolare tutela paesaggistica.
Il legislatore, partendo da Bruxelles, richiede una costante e progressiva acquisizione di competenze ed assunzione di responsabilità da parte degli operatori che sostengono il settore delle utilizzazioni forestali e contemporaneamente affida ai Carabinieri Forestali il compito di svolgere le necessarie verifiche>>.
Su Calice Ligure la Procura della Repubblica di Savona, a conclusione delle indagini affidate al Nucleo Carabinieri Forestale, ha rinviato a giudizio i titolari di una ditta boschiva che per effettuare l’esbosco di tronchi di Faggio, provenienti da un lotto di proprietà del Comune di Mallare, ha violato i vincoli paesaggistici imposti all’interno del “Complesso paesistico del Melogno” dove il bosco è ubicato.
Un taglio imponente dove i Forestali hanno percorso l’intera faggeta, estesa circa 20 ettari, e tramite rilievi tecnici di dettaglio hanno rilevato la geometria dei tracciati aperti abusivamente con escavatore, eliminando definitivamente il bosco, per una lunghezza di quasi 4 km, movimentando oltre 6000 mc di terreno saldo.
<<Interventi del genere compromettono le numerose funzioni positive garantite dal bosco – conclude il comandante – la cui presenza difende i versanti da erosione e frane, costituisce un ecosistema naturale complesso in grado di immagazzinare ingenti quantitativi di CO2 e rappresenta un’oasi per lo svago ed il benessere di tutti noi>>.
G. D.