Spese pazze ex consiglieri regionali 19 assolti tra cui Franco Orsi

Spese pazze ex consiglieri regionali 19 assolti tra cui Franco Orsi
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Assolti in Appello, ribaltata la sentenza di primo grado

Le condanne in primo grado cancellate oggi, vedi QUI

Liguria

– Stamane la Corte di Appello ha emesso la sentenza per le spese pazze in Regione Liguria sostenute negli anni 2008/2009/2010: tutti assolti o prescritti.

Si tratta degli ex consiglieri regionali Michele Boffa, Ezio Chiesa, Luigi Cola, Giacomo Conti, Gino Garibaldi, Antonino Miceli, Cristina Morelli, Luigi Morgillo, Minella Mosca, Vincenzo Nesci, Pietro Oliva, Franco Orsi, Gianni Plinio, Matteo Rosso, Gabriele Saldo, Alessio Saso, Carlo Vasconi, Vito Vattuone, Moreno Veschi.

Tra i primi commenti alla sentenza odierna quelli di Franco Orsi e di Maurizio Acerbo, quest’ultimo segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

<<Dopo 14 anni e 6 mesi da miei comportamenti ed azioni che riguardavano le mie funzioni di consigliere regionale, dopo due processi decine di udienze, centinaia di pagine di memorie e di prove documentali oggi, la Corte d’appello mi ha assolto dal reato di peculato ed anche da qualunque altro possibile reato che potesse qualificare i miei comportamenti – spiega Orsi -.

L’assoluzione non è stata dichiarata per prescrizione, ma perché i fatti a me attribuibili non costituiscono reato. Dopodiché anche se sembra essere finita, nel migliore dei modi, una lunghissima e dolorosa vicenda processuale non riesco oggi a gioire né a festeggiare se non per il mio avvocato, Daniela Giaccardi, che tanto per la mia assoluzione si è prodigata e che insieme alle persone a me care mi ha sempre creduto innocente>>.

<<La Corte di Appello ha posto fine alla vicenda giudiziaria degli allora consiglieri regionali di Rifondazione Comunista Marco Nesci e Giacomo Conti che, insieme ad altri consiglieri liguri, erano imputati nel processo relativo alle cosiddette spese pazze – commenta Acerbo -. In un clima qualunquista erano diventati bersaglio dell’inchiesta e poi condannati in primo grado.

Come abbiamo sempre sottolineato, i nostri ed altri consiglieri regionali erano stati accusati di non aver rispettato una legge che non era in vigore all’epoca dei fatti contestati. I nostri compagni erano imputati per rendicontazioni economiche relative agli anni 2008/2010 mentre la norma che non avrebbero rispettato fu approvata due anni dopo (decreto Monti 174 del 2012).

Nesci e Conti avevano finanziato, con i fondi messi a disposizione del gruppo, attività politiche del partito e non certo distratto fondi per scopi personali. Non vi era alla Regione Liguria alcun regolamento che vietasse o limitasse la possibilità di finanziare convegni, stampe, iniziative di partito.

Finalmente una sentenza ha restituito la serenità a due compagni onesti che per anni hanno dovuto difendersi da un’accusa kafkiana. Ora rimane il procedimento aperto dalla Corte dei conti che dovrebbe tenere in considerazione la realtà dei fatti come ricostruita dai giudici.

È stata assai qualunquista e dannosa la campagna mediatica che mise nello stesso calderone i consiglieri onesti che facevano politica alla luce del sole – conclude Acerbo – e quelli che in giro per l’Italia acquistavano suv o persino biancheria intima con denaro pubblico>>.

 

G. D.