Sentenza Tar Beigua, Buschiazzo: anziché risorsa sembrava che il Parco fosse un problema
Il Tar conferma il divieto di ricerche minerarie nell’area del Tarinè
Come già pubblicato ieri, venerdì 27 maggio è stata depositata la sentenza del Tar Liguria che ribadisce il divieto di effettuare ricerche minerarie nell’area Parco Beigua del Monte Tarinè e zone Zsc.
<<Una sentenza importante sotto tanti punti di vista – commenta Daniele Buschiazzo, presidente del Parco del Beigua -.
Innanzitutto, è un’ulteriore conferma della sentenza del 2020. Poi è un segnale che far valere nelle sedi opportune i propri diritti è l’unica risposta che si può dare per difendere il proprio territorio>>.
Nella foto di 91 anni fa il mare di gente allegra sul monte Beigua
Buschiazzo coglie questa importante occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, specie dopo le numerose scarpinate su e giù per i sentieri del Beigua e del Tarinè, a chiedersi per quale motivo un Geopark debba tribulare per così tanti anni, togliendo risorse fisiche ed economiche ad un meraviglioso territorio che reclama solo di essere sviluppato non deturpato.
<<Questa sentenza ci ripaga di tante arrabbiature – prosegue il presidente -. Non nego che sotto certi aspetti ci siamo sentiti presi di mira. Addirittura, qualcuno si era spinto a dire che, dopo il rifiuto della sospensiva, la nostra era una causa persa.
Più volte in questi mesi ci ha sfiorato l’idea, che in alcune situazioni assumeva anche le tinte della certezza, che anziché essere una risorsa il Parco fosse un problema. Nella difficoltà abbiamo raccolto tutte le nostre forze e fatto una scelta coraggiosa che ci ha ripagato di tutte queste frustrazioni>>.
I vertici dell’Ente colgono l’occasione per ringraziare tutti i Comuni del Parco per il sostegno incondizionato e la solidarietà dimostrata; poi ad Agesci, Legambiente, Wwf, Save Tarinè e a tutte le associazioni che lo hanno sostenuto e si sono mosse sempre con grande coscienza.
<<L’unico rammarico – conclude Buschiazzo – è aver dovuto spendere risorse per tutelare un diritto sacrosanto del territorio, dibattendo in tribunale di una questione che dall’inizio abbiamo ritenuto incompatibile con le strategie di conservazione e di sviluppo sostenibile che il Parco e i Comuni stanno portando avanti da più di 20 anni>>.
Ritornando alla sentenza, ricordate quel decreto del febbraio 2021 di un dirigente regionale, relativo all’autorizzazione per la ricerca mineraria in aree esterne sul monte Antenna, territori facenti parte dei comuni di Sassello e Urbe, ebbene trattandosi di zone speciali di conservazione Zsc anche lì nessuna possibilità di ricerche e scavi.
Vanno però sottolineate le parole di Fabrizio Antoci, sindaco di Urbe: <<Attenzione però, nelle zone non Parco e non Zsc, la ricerca continua ad essere permessa. Vedi zone Anseri e Mondamito. Per queste zone bisognerà attendere l’entrata nel Parco e poi chiedere alla Regione di ritirare il permesso alla Cet>>.
Ecco perché ora la Regione Liguria dovrà concludere ciò che il 28 aprile ha deliberato la IV Commissione Territorio e Ambiente per metà maggio (passato!): ingresso di Urbe nel Parco del Beigua.
G. D.