Forestali e Arpal indagano la discarica del Boscaccio a Vado Ligure
Avviate da Arpal il monitoraggio sullo stato chimico ed ecologico delle acque e le valutazioni circa l’entità del danno all’ambiente
Carabinieri forestali di Savona con i tecnici Arpal hanno individuato il responsabile dello sversamento di reflui nel reticolo idrico superficiale. Si tratta del direttore tecnico della EcoSavona Srl che gestisce la discarica di rifiuti solidi urbani del Boscaccio, in comune di Vado Ligure.
La prima fase degli accertamenti conseguenti allo sversamento di percolato nel Rio Mulini è avvenuta nella mattinata del 23 maggio su segnalazione di un cittadino.
Le indagini dei Carabinieri di Vado Ligure e dei tecnici Arpal con i Carabinieri della Tutela Forestale partirono nei pressi del ponte sul Torrente Segno.
I Forestali di Savona e i tecnici Arpal hanno proseguito nei giorni successivi con una serrata attività di perlustrazione e verifica dello stato dei luoghi al fine di ricostruire i fatti ed individuare i responsabili dell’accaduto.
In differenti sezioni dei corsi d’acqua interessati dalla contaminazione, i tecnici hanno provveduto a prelevare campioni da sottoporre ad analisi. Non solo per stabilire cosa immesso nelle acque, ma per verificare le condizioni dei corsi d’acqua e valutare l’entità del danno prodotto.
Lo sversamento reflui di colore scuro presenti nelle acque del Rio Mulino provenivano da un tombino di ispezione posto sulla linea di scarico della discarica del “Boscaccio”. Tale condotta, che raccoglie esclusivamente gli scarichi dell’impianto per recapitarli nella rete fognaria, era evidentemente insufficiente a veicolare il percolato in transito, e questo una volta fuoriuscito dal tombino si riversava nel vicino Rio Mulini.
Dopo aver percorso, per un tratto di circa 1500m l’alveo del rio, le acque contaminate confluivano nel Torrente Segno, dirette verso la costa. Per tale motivo veniva emessa l’ordinanza comunale che ha vietato l’accesso al letto del Segno e la balneazione per un tratto di costa adiacente alla foce, di recente revocata.
I controlli hanno stabilito che la tracimazione del percolato dal tombino, posto circa 30 metri al di fuori della discarica del Boscaccio, è stata causata dall’occlusione della tubazione che veicola i reflui della discarica nella pubblica fognatura, originata dalla presenza di materiale sedimentato all’interno della stessa condotta.
Ancora una volta, spiegano i Forestali di Savona, si assiste però ad un pericoloso rimpallo di responsabilità tra il gestore della discarica e quello del Depuratore Consortile di Savona (Consorzio Depurazione Acque). L’esecuzione di doverosi e regolari interventi di verifica e interventi di manutenzione avrebbero impedito l’occlusione che è stata rimossa solo dopo la dispersione dei reflui nei torrenti.
G. D.