Pacemaker senza fili ad un paziente di Cardiologia del San Paolo Savona, prima volta in Liguria
I medici lo hanno guidato dalla vena femorale direttamente al cuore
E’ stato impiantato venerdì 18 dicembre, per la prima volta in Liguria, presso la Cardiologia Levante dell’Ospedale San Paolo di Savona, diretta dal dott. Pietro Bellone, il dispositivo Micra AV a doppia camera. Si tratta di un pacemaker senza fili della grandezza di una piccola capsula, che viene posizionato direttamente all’interno del ventricolo destro senza alcuna incisione sul torace. Un dispositivo rivoluzionario nella stimolazione cardiaca, che viene rilasciato attraverso un catetere che arriva fino dentro il cuore e grazie a minuscole ancore, è in grado di rimanere agganciato alla parete dell’organo.
Ad eseguire con successo l’intervento è stata l’equipe coordinata dal dott. Francesco Pentimalli responsabile della Struttura Semplice di Aritmologia del San Paolo, composta inoltre dai dottori Matteo Astuti, Luca Bacino e Stefano Cornara.
Questo pacemaker – particolarmente indicato nei soggetti con pause patologiche del ritmo cardiaco o con blocchi atrio-ventricolari che necessitano di stimolazione ventricolare guidata dall’atrio – offre una soluzione molto importante per quei pazienti che non possono impiantare un dispositivo tradizionale, poiché hanno avuto in passato episodi di infezione.
Rispetto al pacemaker tradizionale, che normalmente viene posizionato in una tasca sottocutanea sotto la clavicola con gli elettrocateteri che dalle vene del torace arrivano al cuore, il Micra viene invece inserito con un catetere venoso temporaneo attraverso la gamba e impiantato direttamente nel muscolo cardiaco, al quale viene “ancorato”. La procedura consente di azzerare il rischio di infezione, che negli anni può colpire la tasca sottocutanea a causa della presenza degli elettro-cateteri. Inoltre, il dolore post-operatorio è praticamente nullo, poiché non viene effettuato alcun taglio chirurgico. E’ presente solo un grosso punto a livello dell’inguine destro, che viene rimosso dopo qualche giorno senza lasciare alcuna cicatrice.
A differenza dell’impianto di un pacemaker standard, il paziente non ha limitazioni post-operatorie e può subito riprendere la mobilità degli arti superiori, con conseguente riduzione dei tempi di ospedalizzazione.
Per il trattamento delle aritmie cardiache, nel San Paolo vengono effettuati oltre 400 interventi l’anno.
“Si tratta di una procedura non particolarmente complessa rispetto a molte eseguite presso il nostro centro, ma richiede comunque un elevato livello di specializzazione. Da alcuni anni l’Ospedale San Paolo è diventato protagonista nel trattamento delle aritmie cardiache – come spiega il Direttore della S.C. di Cardiologia Pietro Bellone -. Grazie alle nuove attrezzature e alla nuova strumentazione acquisita, oggi è possibile eseguire queste procedure sofisticate con maggiore facilità ed efficacia.”
L’apertura della nuova “Sala ibrida” condivisa con la radiologia interventistica permetterà di ampliare ulteriormente l’offerta della Cardiologia del San Paolo, consentendo quindi una riduzione degli spostamenti dei pazienti verso altre regioni.
G. D.