Albissola Mare, le gabbie coi cinghiali non ci sono più
Ma dove sono finiti gli ungulati?
Anche su pressione degli animalisti locali e dell’Enpa, su disposizione del sindaco di Albissola Mare, le gabbie per la cattura dei cinghiali installate in zona Bruciati sono state tolte dalla polizia provinciale; vi erano stati catturati un adulto, ucciso in gabbia, e quattro cuccioli di cui non è nota la sorte.
Nel caso di presenza di cinghiali vicino agli abitati, come continua ad accadere – nei giorni scorsi sono stati visti un adulto e 6 piccoli – la Protezione Animali savonese ha elaborato una proposta che, a differenza delle catture ed uccisioni, è rispettosa della legge, che prevede l’adozione di metodi incruenti:
- Gestione corretta dello smaltimento dei rifiuti; come dimostrano le foto messe a disposizione dall’Enpa, ad Albissola i sacchi della spazzatura sono lasciati in strada anche per giorni, mentre i cassonetti della differenziata sono facilmente rovesciabili ed apribili da parte degli intelligenti cinghiali, attirati dagli invitanti odori; sono quindi necessarie “isole ecologiche” con recinzioni anticinghiale, o cassonetti più grandi e robusti.
- Conferma del divieto assoluto di foraggiare cinghiali, con maggiore vigilanza da parte della polizia municipale; alcuni turisti appena arrivati in vacanza, con seconda casa sulle alture di Albissola e ignari del divieto, stanno distribuendo cibo agli animali, che sono quindi attirati a scendere negli abitati.
- Assegnazione gratuita a contadini, agricoltori e possessori di orti, che segnalano danni da cinghiali e caprioli, di recinzioni per difendere le colture; ma anche obbligo di tenere pulite le aree circostanti; Enpa fornirà al Comune ed alla Regione Liguria le foto del degrado presente proprio attorno alla zona dei Bruciati dove era stata installata la gabbia.
- Ordine alle locali squadre di cacciatori, attraverso l’ambito territoriale di caccia competente, di organizzare, ad ogni incursione di cinghiali, battute di allontanamento con cani da cinghiale al guinzaglio.
- Elaborazione e diffusione di “buone pratiche” contenenti istruzioni di corretto comportamento per le persone che incontrano cinghiali.
Ma occorre infine che ministeri e regioni affidino ad istituti scientifici incarichi di studio di sistemi ecologici di contenimento della fauna selvatica in presunto sovrannumero; ricerche in corso in diversi stati, con l’uso di vaccini specie-specifici sterilizzanti, stanno dando promettenti risultati e risolvendo le problematiche connesse; in Italia, a causa della palese sottomissione della politica agli appetiti dei cacciatori non sono neppure stati presi in considerazione.
G. D.