Beccati due complici dell’avvenente 40enne hacker russa arrestata a Genova

Beccati due complici dell’avvenente 40enne hacker russa arrestata a Genova
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Proventi stimati in diversi milioni di euro. Come nei migliori cyber film internazionali

Genova frodi informatiche

– Gli agenti del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale della Liguria, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, ha individuato due complici (di cui uno perquisito) dell’hacker russa arrestata a novembre 2023, a Genova, in esecuzione di una misura cautelare in carcere.

La donna, terminale italiano di un’articolata organizzazione dedita alle frodi informatiche e al riciclaggio, era già stata arrestata sempre a Genova dalla Polizia Postale nell’ottobre 2021 ma, nonostante ciò, aveva continuato a commettere reati dagli arresti domiciliari; quindi, nuovamente condotta in carcere nel giugno 2022.

Passata la seconda carcerazione, era stata nuovamente messa agli arresti domiciliari presso un’associazione di volontariato del centro genovese impegnata nel recupero dei detenuti, ma aveva ripreso i contatti con i propri complici e ripreso con le attività illecite.

La continua e lunga attività di analisi forense dei dispositivi informatici, sequestrati in occasione dell’arresto, ha permesso di sbloccare i numerosi telefoni e dispositivi in uso all’hacker russa – che ha sempre rifiutato di fornire le password di accesso – permettendo così di acquisire elementi investigativi a carico di una ventitreenne cubana e un trentunenne ivoriano.

I due hanno agevolato l’hacker russa ad aprire fraudolentemente conti correnti e carte di credito sia in Italia che in diversi stati europei oltre ad agevolare l’attivazione di quelle reperite nel darkweb e gestire Pos di pagamento intestati a una società attiva nel settore della vendita e riparazione di cellulari con sede nel centro storico genovese successivamente chiusa, monetizzando così proventi illeciti.

Proventi stimati in diversi milioni di euro, in parte investiti in cryptovalute. Infatti, sono in corso approfondimenti degli esperti della sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale volti a individuare i possibili punti di incasso.

I soggetti indagati devono ritenersi non colpevoli fino alla sentenza di condanna definitiva, poiché il procedimento penale risulta nella fase antecedente il giudizio.

 

G. D.