Portava 50 gr di droga nel carcere di Marassi, fermata una donna
La Polizia Penitenziaria intercetta importante quantità di sostanza stupefacente destinata alla popolazione detenuta
Si tratta di uno dei sequestri di sostanza stupefacente di maggior importanza quello avvenuto nel carcere di Genova Marassi, dove una donna corriere ha occultato la sostanza in alcuni peperoni.
Piano fallito grazie all’attenzione del poliziotto penitenziario addetto al controllo pacchi dei detenuti di Marassi che ha impedito l’introduzione di un’importante quantità di stupefacente all’interno dell’istituto genovese.
<<Ovviamente l’abilità unita all’esperienza del poliziotto penitenziario è abbastanza raffinata – afferma il segretario regionale Sappe Michele Lorenzo – ma da sola non basta, è indispensabile dotare la Polizia Penitenziaria di maggiori strumenti tecnologici e di un organico sufficientemente potenziato per implementare i controlli sui familiari dei detenuti che accedono per i colloqui>>.
Al preventivo sequestro dei 50 grammi di sostanza è seguita una perquisizione nell’abitazione della donna corriere, dove la penitenziaria ha rinvenuto altra sostanza il che lascia presagire un probabile centro di smistamento. Il tutto ora è al vaglio degli inquirenti.
<<Non è la prima volta – prosegue il segretario – che nelle carceri liguri vengono rinvenute sostanze ed oggetti non consentiti, come i telefonini utilizzati dai detenuti per comunicare con l’esterno, per questo chiediamo una maggiore attenzione e potenziamento del settore sicurezza carceri, oggi l’argomento sicurezza si sta allontanando dalla politica gestionale dei penitenziari.
Ne è testimone la limitazione delle perquisizioni all’interno delle celle, effettuate non più in maniera preventiva ma bisogna munirsi di innumerevoli permessi prima di esercitare questa delicata ed importante operazione di servizio, vanificando di fatto anche l’effetto “sorpresa”.
Il Ministro della Giustizia ed il nuovo capo del Dipartimento devono rivedere l’assetto organizzativo e la competenza della Polizia Penitenziaria, l’attività di controllo penitenziario deve essere supportata da uno specifico nucleo antidroga – conclude Lorenzo – o “anti antintrusione” di Polizia Penitenziaria presente in ogni istituto>>.
G. D.