Operazione Lanterna, arrestato all’alba 65enne legato a Cosa Nostra

Si tratta di Emanuele “Orazio” Monachella del clan Fiandaca-Emmanuello attivo a Genova
Importante operazione, denominata Lanterna, nelle prime ore di stamane dove il personale delle Compagnie Carabinieri di Genova Sampierdarena e Novi Ligure (AL), nell’ambito del procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Genova, coordinato dal Sostituto Procuratore dott. Giancarlo Vona e diretto dal Procuratore della Repubblica f.f. Francesco Pinto, ha portato in carcere Emanuele Monachella alias Orazio, classe 1956.
L’uomo era già stato condannato in secondo grado per traffico di sostanze stupefacenti aggravato dal “mafiosa”, estorsioni continuate, associazione di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente di spicco del clan Fiandaca-Emmanuello interno a Cosa Nostra ed attivo nella provincia di Genova.
Stamane sono state eseguite due perquisizioni personale e domiciliari, oltre a carico di Monachella, sempre a Genova anche ad un altro indagato, denunciato per i reati di usura ed estorsione, il 72enne A.I.
Il destinatario della misura cautelare, residente nel capoluogo ligure, sarebbe attinto allo stato da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di estorsione e usura, commessi dal 2018 al 2021 verso due imprenditori alessandrini che si erano rivolti a lui a causa delle difficoltà economiche che le rispettive attività commerciali di compravendita di auto/motoveicoli stavano attraversando, ulteriormente aggravate dalla pandemia in corso.
Il provvedimento trae origine da una complessa attività investigativa dei carabinieri dei Nuclei Operativi di Genova-Sampierdarena e Novi Ligure, avviata alla fine del 2020 e scaturita da una denuncia presentata da una delle vittime, che però aveva omesso tutte le condotte ascrivibili al Monachella, di cui aveva ben intuito lo spessore criminale.
La persona offesa si era infatti limitata a indicare un altro soggetto quale autore di prestiti a tasso usuraio, ovvero il predetto 72enne, individuo percepito come meno pericoloso ma a cui doveva una cifra più alta, infatti da un prestito di poche migliaia di euro, era arrivato ad un debito di circa 50.000 euro a causa degli interessi.
L’imprenditore si era rivolto anche a Emanuele Monachella che gli avrebbe concesso vari prestiti tra i 1.000 e i 4.000 euro dal maggio 2018, richiedendo ed ottenendo la restituzione di tali somme alla scadenza pattuita ad interessi mensili del 20-25%, che su base annua oscillano tra il 200% e il 300%.
Nel corso delle indagini, svolte attraverso una minuziosa attività tecnica e servizi di pedinamento e osservazione, sono stati documentati svariati incontri tra il principale indagato e la parte offesa, finalizzati alla consegna di ingenti somme di denaro.
Il tratto costantemente rilevato dagli operanti è stato l’atteggiamento riguardoso e impaurito che la vittima manteneva in ogni incontro con il suo strozzino che temeva per la nota caratura criminale. Infatti, al Monachella venivano altresì contestate condotte estorsive in pregiudizio dello stesso imprenditore poiché, per ottenere le somme richieste, minacciava pesantemente la vittima.
L’inchiesta ha permesso di individuare un altro imprenditore dell’alessandrino, anch’egli vittima di usura da parte del Monachella che, dopo avergli concesso un prestito dell’importo di 2.000 euro, gli richiedeva la restituzione della predetta somma entro un mese con ulteriori 500 euro a titolo di interessi, ottenendo la consegna tre settimane più tardi di euro 2.500.
Sono stati sequestrati dei telefoni cellulari e fogli manoscritti con contabilità sul cui conto sono in corso ulteriori approfondimenti.
Al termine delle operazioni, il Monachella è stato tradotto presso la casa circondariale di Genova Marassi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
G. D.