Covid 2021. Matteo Bassetti “Siamo ancora nella seconda ondata”

Covid 2021. Matteo Bassetti “Siamo ancora nella seconda ondata”
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“Importante evitare altri errori sul Covid-19. Nuovo anno con molti problemi ancora aperti”

Il Buon Anno di Bassetti

L’infettivologo prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, fa un esame della situazione attuale.

<<In Italia siamo ancora alle prese con la cosiddetta “seconda ondata”. Il tasso di positività è sceso, ma non in maniera significativa, soprattutto perché vi è circolazione di malattia con numerosi tamponi eseguiti su soggetti sintomatici. Alcune regioni hanno ancora ospedali e terapie intensive pieni e una eventuale recrudescenza dell’infezione diventerebbe difficile da gestire.

Si deve tornare – prosegue Bassetti – al sistema del controllo del territorio a seconda dei parametri ministeriali, che andrebbero probabilmente semplificati e resi più dinamici: non si può decidere sulla base di dati di due settimane prima. Occorre intervenire chirurgicamente su dati dei contagi e delle ospedalizzazioni freschi e recenti.

Bisognerebbe fare alcune cose per evitare errori già commessi nel 2019:

  • calcolare l’indice di positività su tutti i tamponi fatti, includendo anche gli antigenici. Alcune regioni hanno lavorato molto bene sviluppando questi sistemi di tracciamento e diagnosi. In Liguria per esempio ieri il tasso di positività era dell’11.7% calcolando i tamponi molecolari e scendeva al 7.8% sommando anche gli antigenici. Si capisce che un conto è avere quasi il 12%, un conto meno dell’8% reale;
  • sapere quanti sono i casi di Covid-19 seguiti a domicilio dalla medicina territoriale, come si fa normalmente per l’influenza e conoscere il loro stato di salute;
  • conoscere ogni giorno quanto sono stati i decessi per polmonite interstiziale, per altre complicanze della malattia Covid-19 e quanti per altre cause in corso di positività per SarsCoV-2;
  • sapere per i prossimi mesi quando e dove saranno vaccinati gli italiani. Se un italiano ha 55 anni dovrebbe sapere quando sarà il suo turno, almeno avere un’idea del mese…;
  • spiegare come funzionano i vaccini e quali possono essere gli effetti collaterali. Una campagna informativa di massa su social, TV, giornali, scuole, mezzi pubblici, ecc.

Mi piacerebbe – conclude l’infettivologo – anche che il nostro paese avesse una maggiore indipendenza nelle scelte strategiche. Sarebbe da evitare di guardare sempre all’estero per decidere cosa fare. Lo abbiamo fatto prima con la Francia e poi con la Germania. In Italia abbiamo esperti di malattie infettive, microbiologia, virologia e igiene tra i migliori del mondo con curricula eccezionali. Ascoltiamoli di più>>

 

G. D.