Covid-19 Liguria, la Commissione d’inchiesta ha incontrato i medici, le richieste dei pediatri per l’apertura scolastica
Tosi (M5S): “Medici e pediatri di famiglia hanno raccomandato precise linee guida per prevenire la diffusione del contagio in età pediatrica”, da Ardenti (Lega) i primi riscontri…
“Nella scorsa seduta della Commissione d’inchiesta regionale sulla gestione dell’emergenza da Coronavirus in Liguria – spiegato il capogruppo regionale Fabio Tosi -, abbiamo ascoltato la Federazione dei medici e degli odontoiatri, il Coordinamento ordini delle professioni infermieristiche, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, la Federazione italiana dei medici pediatrici e la referente dei Gsat.
Dalla medicina del territorio, è arrivata la richiesta di una maggiore attenzione a monte dei sospetti contagi. In particolare, i pediatri, presentando un documento programmatico puntuale ed esaustivo indirizzato a tutti i vertici della Sanità regionale, hanno raccomandato un approccio diametralmente opposto rispetto al recente passato pandemico, quando a fronte di un loro iniziale coinvolgimento sono stati poi messi in secondo piano.
A partire da settembre – spiega -, quando i nostri bambini e ragazzi rientreranno a scuola, sarà vitale l’assistenza territoriale ai pazienti con patologie infettive potenzialmente ascrivibili a Covid-19 in ambulatori distrettuali dedicati. Di contro, vanno evitati gli accessi inappropriati ai Pronto Soccorso così come le possibilità di contagio negli ambulatori dei pediatri. Che hanno sottolineato l’importanza della diagnosi e della tracciabilità nella popolazione pediatrica attraverso adeguati strumenti, secondo la strategia TTT (testare, tracciare, trattare).
“La Federazione, che ha anche ricordato le caratteristiche atipiche dell’infezione da Sars-CoV-2 nell’età pediatrica, le scarse conoscenze sull’infettività e della capacità di contagio della popolazione pediatrica, e la ancor meno conosciuta incidenza di contagiati in questa fascia di età, ha dunque raccomandato che in autunno si adotti prima e meglio il principio di precauzione che scaturisce proprio da quanto poco si sa del virus. Una conoscenza non ancora sufficiente che deve far supporre che qualsiasi bambino o ragazzo che abbia sintomatologia riferibile a quelle messe in correlazione con l’infezione da Coronavirus sia da considerarsi potenzialmente contagioso”.
“Chiesta dunque la massima attenzione quando riprenderà la scuola, combattendo un eventuale ritorno del contagio in autunno non negli ospedali ma sul territorio, mettendo in atto una serie di procedure che potremmo definire a monte e non a valle. Certamente in quest’ottica, oggi, si capisce l’importanza del medico scolastico, una figura che esisteva già in passato e che credo debba essere ripristinato e per il quale mi batterò affinché venga reintrodotto come è stato previsto ad esempio nei giorni scorsi nella Regione Lazio, dove è stato accolto l’ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle per la reintroduzione del medico scolastico nei plessi. Il Covid – conclude il consigliere Tosi – va contrastato prima di tutto sul territorio e non negli ospedali”.
Sempre dalla Commissione d’inchiesta il consigliere Ardenti fa sapere: “A febbraio Governo ha accentrato distribuzione Dpi, prime forniture da Roma per la Liguria solo ad aprile”
“La disponibilità di dispositivi di protezione individuale in Liguria ha avuto il suo primo momento critico lo scorso inizio di marzo. Tuttavia, nonostante il caos al Governo, si è provveduto in modo tempestivo all’acquisizione di 4 milioni di mascherine chirurgiche e di 750mila mascherine ffp2”.
Dichiara il vice capogruppo regionale Paolo Ardenti (Lega) a seguito della seconda seduta della commissione regionale d’inchiesta sull’emergenza coronavirus.
“In commissione – ha spiegato Ardenti – è inoltre emerso che a febbraio il Governo ha accentrato la distribuzione dei Dpi e che le prime forniture da Roma per la Liguria sono arrivate soltanto ad aprile (a fine marzo sono arrivate unicamente le inidonee mascherine swiffer ossia quelle di ‘Bunny’ come definite dal governatore campano Vincenzo De Luca).
La Protezione civile nazionale ha concentrato su di sé tutti gli approvvigionamenti dei Dpi tra il 17 e il 21 febbraio, bloccando, anche in Liguria, la possibilità di forniture alle Asl sul territorio che, peraltro, non hanno mai ricevuto da Roma una programmazione sugli approvvigionamenti.
Il 13 marzo il San Martino di Genova è diventato magazzino regionale, ma i kit per i test sierologici sono stati forniti alla Liguria soltanto a fine marzo.
La situazione dei Dpi in Liguria ha cominciato a normalizzarsi a metà aprile ed è grazie alla Protezione civile regionale che si è potuto affrontare e superare i momenti più difficili.
La gestione della distribuzione dei Dpi in area sanitaria è quindi passata al commissario Domenico Arcuri il 18 marzo, anche per la mancanza di soluzioni da parte dei vertici della Protezione civile nazionale.
In tal senso, oggi in commissione è stato precisato che si poteva richiedere ad Arcuri la fornitura di Dpi e materiale sanitario, ma non lo si poteva acquisire.
Nel frattempo – conclude Ardenti -, la giunta regionale ligure ha attivato le squadre Gsat sul territorio con provvedimento del 6 marzo, preceduta da Asl 2 che dal punto di vista operativo ha anticipato l’iniziativa il 29 febbraio anche a causa del focolaio di Alassio”.
G. D.