Siccità dopo il decreto del Governo Coldiretti incontra la Regione Liguria
L’estate peggiorerà la situazione, in molti casi non ci sarà abbastanza acqua da destinare sia al settore turismo che ad altre esigenze, come quelle agricole
Siccità Liguria
– Dopo che il Governo lo scorso 14 aprile ha firmato il dl 39, “Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche”, il presidente regionale Coldiretti, Gianluca Boeri, ha preso parte a un incontro di ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione organizzato da Regione Liguria presso la propria sede di piazza De Ferrari, nel capoluogo ligure.
Boeri ha consegnato al presidente Giovanni Toti un documento contenente sia un’analisi puntuale della situazione che le principali proposte relative a una quanto mai necessaria risoluzione del problema, firmato sia da lui in rappresentanza di Coldiretti Liguria che dalla presidente di Anbi Liguria, Francesca Tonelli.
Inoltre, Boeri ha evidenziato la mancanza di Consorzi nel ponente ligure – area particolarmente interessata dalla crisi idrica – e sottolineare ancora una volta la necessità di dar vita a un Consorzio di secondo livello di carattere regionale.
L’incontro ha coinvolto gli Ato Liguri, le province di Imperia, Savona e La Spezia, la Città Metropolitana di Genova, il Consorzio del Canale Lunense, l’Anci, Coldiretti Liguria e le altre Associazioni di categoria della regione, che per l’occasione hanno potuto illustrate le proposte preliminari in merito e dar vita a una proficua discussione.
<<I problemi legati alla crisi sono i medesimi su tutto il territorio regionale – spiegano Boeri, e il delegato confederale, Bruno Rivarossa – con la fisiologica accentuazione di un aspetto piuttosto che un altro a seconda delle peculiarità di ciascuna area.
Abbiamo voluto sottolineare come la realizzazione di un sistema di stoccaggio e distribuzione dell’acqua sia oggi fondamentale – continuano Boeri e Rivarossa – per un intero territorio, per chi ci risiede e per chi produce. Le infrastrutture idriche sono un bene di valenza pubblica e tutti ne trarrebbero benefici.
La maggior parte delle proposte avanzate ieri da parte della nostra Federazione regionale – ad eccezione di alcune doverose aggiunte presentate in loco – ricalcano quanto anticipato al suddetto Tavolo idrico e sono tutte in grado di abbracciare un più ampio margine territoriale, in modo tale da non lasciare esclusa nessun’area della nostra Liguria, e condividono in prima istanza la necessità di effettuare un’analisi delle esigenze idriche agricole, industriali e civili, comprensive di relativi calcoli e conseguente pianificazione degli interventi da eseguire a livello regionale, oltre alla preparazione di una stima dei consumi necessari e delle riserve idriche a disposizione e alla progettazione di quanto necessario, partendo dalle aree più a rischio desertificazione.
Oltre a ciò, risulta di fondamentale importanza la realizzazione di piccoli invasi per lo stoccaggio dell’acqua – che potrebbero essere utilizzati anche per produrre energia elettrica, come aree per dar vita ad attività ludico ricreative (quale, ad esempio, la pesca sportiva) o come serbatori in caso di incendi boschivi – e di mini-invasi aziendali (delle dimensioni di circa 10x10x1,2 metri) dove poter accumulare l’acqua sia dell’azienda agricola in cui si trovi l’invaso che delle altre aziende del comprensorio.
E proprio in virtù di ciò si rendono a loro volta necessarie una semplificazione delle procedure e una mitigazione, se non addirittura eliminazione – continuano Boeri e Rivarossa – della burocrazia per quel che concerne la loro costituzione>>.
Seguono, poi, la realizzazione delle infrastrutture idriche necessarie per il trasporto dell’acqua dagli invasi ai territori che ne necessitano per l’irrigazione, il miglioramento degli impianti già esistenti – attraverso, ad esempio, la messa in atto di manutenzione ordinaria e straordinaria di reti idriche e acquedotti, per i quali la percentuale stimata di perdita media supera, in taluni casi, il 35% della portata – e il riutilizzo dell’acqua proveniente dai depuratori per l’irrigazione, normalmente pompata a mare.
Senza dimenticare il riordino dei piccoli consorzi irrigui o di miglioramento fondiario già presenti sul territorio, partendo dal presupposto di garantirne l’autonomia gestionale dei singoli, al fine di realizzare un Consorzio di secondo grado e fare in modo che quest’ultimo si associ al Consorzio di bonifica del Canale Lunense. Il tutto senza dimenticare la garanzia di centralità del Canale Lunense stesso anche in un progetto di creazione di Consorzi secondo livello, l’unico abbastanza forte da poter portare il proprio know-how su tutto territorio regionale senza minare la propria autonomia economico-patrimoniale-territoriale.
<<Ciò premesso, nel corso della riunione la nostra Federazione ci ha tenuto ad aggiungere come a nostro giudizio oggi sarebbe quanto mai necessario unire, proprio in virtù di questa visione globale del problema, tutte le competenze e le risorse economiche disponibili dei vari Assessorati regionali coinvolti (Agricoltura e Protezione Civile) affinché i nuovi sistemi di efficientamento possano essere sfruttati da più attori economici e privati del territorio.
A titolo di esempio, impianti creati per mitigare il rischio antincendio potrebbero essere impiegati per dare acqua a imprese agricole del territorio, che difficilmente riuscirebbero a realizzare impianti autonomi.
L’emergenza idrica è concreta e sempre più tangibile – concludono Boeri e Rivarossa – soprattutto se si pensa che in molte aree sono già state avviate operazioni ed emanate determine sindacali per il razionamento delle risorse idriche, sia per uso domestico che da parte delle imprese agricole, e in altre è facile arrivino a breve. E se non pioverà, se la siccità continuerà a imperversare, quest’anno l’arrivo dell’estate peggiorerà esponenzialmente la situazione su gran parte dei territori. In molti casi non ci sarà abbastanza acqua da destinare sia al settore turismo che ad altre esigenze, come quelle agricole, e la razionalizzazione delle risorse diventerà l’opzione più frequente, con conseguenti disagi su tutti i fronti. Il supporto della Regione in questo scenario è fondamentale, ma deve essere concreto e tempestivo>>.
G. D.