Coldiretti e Regione Liguria contro il cibo sintetico

Coldiretti e Regione Liguria contro il cibo sintetico
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L’agricoltura garantisce anche il mantenimento, il recupero e la salvaguardia di zone e territori poco popolosi

Ieri, martedì 29 novembre, il consiglio regionale della Liguria ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno 748, presentato da Sauro Manucci (FdI) e sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna la giunta a sostenere la petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico.

Saranno sostenute tutte le iniziative di sensibilizzazione del mondo agricolo, accademico e scientifico per richiamare l’attenzione sui rischi della diffusione del cibo di laboratorio; a difendere nella Conferenza Stato-Regioni e nei rapporti con il ministero delle politiche agricole la sovranità alimentare e forestale e le filiere agro-zootecniche liguri, minacciate dalla diffusione del cibo sintetico e, infine, a proseguire il progetto del marchio regionale per le produzioni  liguri, seguendo quanto intrapreso nella precedente legislatura.

<<Siamo lieti di apprendere la notizia che il Consiglio regionale della Liguria si sia impegnato a sostenere una causa tanto importante – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale – per la nostra regione e per l’Italia intera. Come Coldiretti, da diverso tempo portiamo avanti la petizione contro il cibo sintetico, dalla quale sono nate, a livello sia nazionale che locale, diverse iniziative di sensibilizzazione, finalizzate a evidenziare i rischi della diffusione del cibo da laboratorio e le conseguenze che quest’ultimo potrebbe portare all’economia della nostra splendida Liguria.

L’agricoltura – proseguono – è parte integrante del settore primario e non si limita alla produzione di beni alimentari, ma assicura stabilità economica e sociale di molte aree rurali e garantisce il mantenimento, il recupero e la salvaguardia di zone e territori poco popolosi.

La filiera agroalimentare, secondo i dati pubblici, rappresenta circa 25% del pil nazionale ed è patrimonio incommensurabile, storico, gastronomico, umano e culturale, certificato anche dall’Unesco e di indispensabile tutela.

Il cibo sintetico, invece, è un prodotto ingegnerizzato, basato sulla bioingegneria e ricreato in laboratorio, che ha l’intento di essere in tutto e per tutto uguale all’originale. Viene creato in bioreattori e sembra non porre rimedio alla salvaguardia ambientale, in quanto tale sistema consuma più acqua ed energia degli allevamenti più performanti, oltre a favorire gli interessi di pochi operatori, snaturare e spezzare lo straordinario legame che unisce cibo e natura e non aiutare la salute dei cittadini.

Gli alimenti 2.0 limitano fortemente la libertà dei consumatori e omologano le scelte sul cibo, mentre l’attività di agricoltura e allevamento non hanno solo una funzione alimentare, ma anche di rilevanza sociale e ambientale.

In Liguria, ad esempio, si trovano diversi allevamenti bovini, ovi-caprini ed equini, e in alcuni di essi si trovano anche delle razze autoctone: tra queste figurano anche la celebre cabannina, razza bovina impiegata per la produzione di carne e latte di grande qualità, e il cavallo bardigiano, dalle origini molto antiche. In entrambi i casi – concludono -, si tratta di razze in via di estinzione, che si sta cercando di tutelare attraverso questi allevamenti sparsi sul territorio regionale>>.

 

G. D.