Il sindaco di Sassello interviene sulla desertificazione aree interne
Alcune considerazioni sulla proposta del senatore Bagnai
Sassello
– Stamane abbiamo pubblicato un intervento dell’assessore regionale della Liguria allo Sviluppo economico Andrea Benveduti che riprende, e la condivide, la proposta del senatore Alberto Bagnai sulla desertificazione sociale ed economica delle nostre aree interne. Il senatore propone l’abolizione dell’Imu nei comuni sotto i 3 mila abitanti, così come di rivedere la legge sulla montagna.
Sull’argomento riceviamo una nota del sindaco di Sassello Daniele Buschiazzo.
<<La proposta del senatore Bagnai è una buona proposta. Tuttavia, non avendola letta nei dettagli (ma avendo letto solo il comunicato stampa), mi permetto di fare alcune osservazioni.
La prima osservazione riguarda le modalità che si pensa di utilizzare per compensare la mancata entrata dell’Imu per i Comuni – commenta Buschiazzo -. L’Imu sulle sole seconde case (quindi non si agisce sulla residenzialità, perché sulla prima casa non esiste più) per Sassello vale 1.800.000 euro su un bilancio di 3.100.000 euro. Inoltre, di 1.800.000 euro, 660.000 vengono trattenuti dallo Stato per il fondo di solidarietà.
Sarebbe impossibile chiudere il bilancio, togliendo semplicemente l’Imu sulle seconde case senza identiche compensazioni, per un comune di 100 kmq, 50 km di strade comunali e 300 km di acquedotti.
Giustissimo, invece, togliere l’Imu alle imprese che oggi finisce per il 100% allo Stato (quindi, non incide sui bilanci comunali: in questo caso i Comuni hanno lo spiacevole ruolo di esattori dello Stato) – prosegue il sindaco -, ma sulle seconde case senza adeguati ristori ai Comuni si potrebbero generare notevoli problemi sulla gestione dei servizi.
Piuttosto che sull’Imu (va bene anche quella, per carità), però, agirei maggiormente su altri fronti, cioè Iva, Irpef e Irap (questa è la seconda affermazione).
L’Irpef agisce direttamente sui residenti: abolire l’addizionale comunale, con adeguati ristori, e stabilire un’aliquota agevolata per chi vive in Comuni montani sarebbe un principio di equità importante, perché chi vive in montagna ha più spese di chi vive in città o sulla costa.
L’Iva (anche solo come aliquota agevolata al 10%) impatterebbe sia sulle imprese che sui consumatori, creando un circolo virtuoso per la residenzialità.
L’Irap, analogamente all’Irpef, sarebbe un principio di equità, poiché fare impresa in montagna è molto più difficile che farla in pianura. Sul modello delle Zea, le zone economiche ambientali, dei parchi nazionali (modello purtroppo scarsamente attuato dallo Stato), con queste agevolazioni fiscali, si potrebbero creare una sorta di “zone franche” dove sia più facile fare impresa, ma anche risiedere. Inoltre, visto il basso numero di abitanti e di imprese in queste aree, le coperture da parte dello Stato e della Regione, non dovrebbero essere impossibili da trovare.
Al di là di questo, però, ci vogliono i servizi. Non bastano da sole le agevolazioni fiscali (aiutano per attirare residenti e imprese, sono condizione necessaria, ma non sufficiente). Serve un piano per diminuire le disparità nelle infrastrutture (stradali e telematiche), per i servizi scolastici, sanitari e dei trasporti. Senza questo – conclude Buschiazzo – le agevolazioni danno sì una mano, ma senza dita>>.
Un contributo interessante su di un tema come quello delle aree interne, o entroterra, che andrà affrontato sia in sede regionale che nazionale. La pandemia stessa ha messo in luce tante problematiche della città che potrebbero essere risolte proprio dalle aree più interne.
G. D.