San Paolo Savona in due delicatissimi interventi di estrazione di elettrocateteri
Per la prima volta in Liguria in una sala operatoria di questo tipo
Savona
– La metodica di estrazione dei cateteri è praticata da una quindicina d’anni in Italia, in diversi centri ospedalieri di eccellenza. Dato l’elevato rischio di lacerazione del cuore e dei vasi venosi connesso con la metodica la procedura viene eseguita in sala operatoria cardiochirurgica.
<<La procedura di estrazione – commenta il Responsabile della Struttura semplice di elettrofisiologia dell’Ospedale di Savona, dr. Francesco Pentimalli – permette di rimuovere gli elettrocateteri di pacemaker o di defibrillatori precedentemente impiantati, a causa del riscontro di un loro malfunzionamento o di una infezione locale della sede d’impianto o generalizzata. In caso di infezione, la sola terapia medica è associata ad un elevato rischio di recidiva o di morte, per cui viene indicata la procedura di estrazione. Una volta eseguita l’estrazione, si può reimpiantare l’elettrocatetere immediatamente o, in caso di infezione, è necessaria una terapia antibiotica sistemica per alcune settimane prima di procedere al reimpianto>>.
Proprio per questi motivi, i dottori francesco Pentimalli, Luca Bacino, Stefano Cornara e Matteo Astuti hanno eseguito con successo la procedura di estrazione in due pazienti, ciascuno con due elettrocateteri. Il primo paziente presentava una infezione della tasca del pacemaker, per cui è stato necessario rimuovere tutto il sistema di stimolazione, eseguire terapia antibiotica per quattro settimane e poi impiantare un pacemaker senza fili. Il paziente, a oltre un mese dal reimpianto gode di buona salute.
Il secondo paziente presentava invece una lacerazione del filo del defibrillatore che stimolava il cuore e non permetteva un suo corretto funzionamento, oltre che arrecare il rischio di intervento inappropriato dello stesso. Non era possibile impiantare un nuovo elettrocatetere senza rimuovere i vecchi in quanto il passaggio nel vaso era troppo ristretto. Anche questo paziente, a due mesi dalla procedura di espianto meccanico e di reimpianto, gode di buona salute.
<<È in questo contesto – sottolinea il dr. Pietro Bellone, direttore della S.C Cardiologia Levante che si colloca l’utilità della nuova sala ibrida inaugurata lo scorso fine novembre. Fino ad ora i pazienti con queste problematiche venivano inviati al più vicino centro dotato di sala cardiochirurgica, il San Martino di Genova, con problematiche logistiche e di costo non trascurabili (traporti da e per il San Martino) oltre che disagi per i parenti, costretti a una trasferta nel capoluogo.
La soluzione della sala ibrida dell’Ospedale San Paolo consente invece, grazie ad una convenzione tra l’ASL2 e la Cardiochirurgia dell’IRCCS San Martino di Genova, di spostare a domanda l’equipe dei cardiochirurghi, i quali assistono di persona alla procedura ed intervengono solo in caso di necessità>>.
<<Un grande passo in avanti, grazie alla professionalità dei nostri operatori – commenta il direttore generale Marco Damonte Prioli – e all’utilizzo dell’area del nuovo impianto angiografico che proietta la Cardiologia di Savona quale centro di riferimento per i pazienti del nostro comprensorio, rappresentando un’opportunità di cura ed una nuova eccellenza per il nosocomio savonese>>.
G. D.