Matteo Bassetti spiega quella che non è una variante, la Xe

Matteo Bassetti spiega quella che non è una variante, la Xe
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Il direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino interviene sulla “variante” del momento, che lui chiama “ricombinazione”

L’infettivologo Matteo Bassetti interviene sulla “variante” che sta nuovamente preoccupando, non dovrebbe essere grave e non è una variante bensì una ricombinazione tra Omicron 1 e 2. Secondo il professore finchè ci sarà il virus in circolo ci saranno varianti.

<<La Xe non è una variante, ma è una ricombinazione di due varianti gemelle: Omicron 1 e 2 – spiega Bassetti -.

Probabilmente è più contagiosa delle precedenti 2, anche se ciò dovrà essere confermato dai dati. Ormai la tendenza è quella di un virus che assomiglia al morbillo per contagiosità, il virus respiratorio più contagioso che abbiamo mai visto nella storia.

Ma la Xe non determina una malattia più grave. I sintomi sono più o meno gli stessi di Omicron, forse si vede di più la perdita di gusto e olfatto e in qualche caso vertigini e altri sintomi neurologici.

Ma essendo un mix di Omicron 1 e 2 è probabile che non sia diversa la capacità di risposta alla dose booster di vaccino. La terza dose di richiamo copre tutte le varianti e ricombinazioni fin qui isolate. Potrebbe succedere che la Xe diventi predominante sulle altre.

Una cosa è certa – prosegue l’infettivologo -: finché c’è virus circolante ci sono varianti, è l’inevitabile evoluzione naturale di un virus che muta.

Il messaggio è quindi questo: sarebbe un grave errore non fare la dose booster, perché oggi vorrebbe dire trovarsi nella stessa situazione di chi non ha fatto nemmeno le prime due e quindi completamente scoperto. Di fronte alle varianti bisogna alzare il muro.

Se fossimo ancora davanti al virus originario, probabilmente due dosi basterebbero perché il vaccino era stato studiato per fare due dosi. Ora il vaccino iniziale ha bisogno appunto di un aiuto in più che corrisponde alla dose booster>>.

Quindi alla luce di questi dati chi dovrà fare la quarta dose ora?

<<I più fragili ovvero gli immunodepressi – continua il direttore -. Per i più anziani dipende.

L’80enne sano potrà andare dal suo medico e decidere insieme a lui se fare la quarta dose oggi, ma l’80enne con diabete o bronchite cronica sarebbe opportuno che la facesse. Servono meno proclami generalistici e una medicina su misura anche nelle vaccinazioni, ripristinando il primato della medicina sulla politica sanitaria.

La situazione dei contagi è come essere su un altopiano, a 500 metri sul livello del mare. Non ci sarà una veloce riduzione dei contagi, ma penso altre settimane di convivenza con una variante contagiosa.

Non credo si possa parlare di picco, ci saranno rimbalzi cui dovremo abituarci. Il vero indicatore cui prestare attenzione è quanta gente ha forme gravi che necessitano di ricovero ospedaliero.

Bisogna tornare a una vita normale. È opportuno oggi raccomandare la mascherina agli anziani, ai fragili, indossandola anche all’aperto se non ci si può distanziare, dopodiché una misura unica per tutti non va più bene, bisogna uscire dalla logica secondo cui tutto venga declinato con degli obblighi, questo è il passato. Il presente è un alleggerimento totale delle regole con raccomandazioni.

Non più obblighi – conclude Bassetti – ma raccomandazioni>>.

 

G. D.