Peste suina e animalisti: “Mattanza che pesa come un macigno sulla società”

Peste suina e animalisti: “Mattanza che pesa come un macigno sulla società”
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“Animali dei rifugi salvi, per gli altri continua lo sterminio: già macellato 70% dei maiali degli allevamenti nel territorio genovese, e procedono gli abbattimenti”

Per gli animalisti è arrivata quindi una parziale vittoria, e nello stesso tempo una grandissima sconfitta morale pesa ormai come un macigno su tutta la società. Questi stermini sono il segno del fallimento di un sistema basato sul massacro degli animali, un massacro che continua nella sua folle corsa verso l’autodistruzione – commenta Katia Ruggiero referente Meta Parma e Avi Parma -.

Dopo l’ordinanza di abbattimento, erano a rischio di vita gli animali dei rifugi, i cinghiali selvatici (alcuni addirittura facenti parte di colonie seguite da volontari), e i maiali degli allevamenti “non convenzionali”, o meglio “non intensivi”.

Grazie a tutte le numerosissime proteste degli animalisti e dei cittadini, almeno gli animali dei rifugi sono salvi: il Ministero della Salute ha comunicato che l’ordinanza di macellazione per i suidi “d’affezione” è derogabile, e che “i maiali e i cinghiali d’affezione non dovranno essere uccisi preventivamente per contenere la peste”.

In più, il Ministero della Salute, annuncia anche la ‘definizione di un provvedimento finalizzato alla corretta registrazione di questa categoria di suini nella banca dati nazionale informatizzata’, cioè il loro riconoscimento come animali d’affezione.

<<Rimangono purtroppo – prosegue Ruggiero – ancora a rischio di mattanza i cinghiali selvatici, il cui sterminio potrebbe iniziare a breve. Il ministro Speranza, le Regioni Liguria e Piemonte e il commissario per l’emergenza Angelo Ferrari, non hanno dato nessuna risposta alle richieste di confronto inviate dalle associazioni animaliste e ambientaliste.

Oltre 30 associazioni si sono unite chiedendo un confronto con le istituzioni e proponendo soluzioni alternative alla mattanza, richiesta di confronto che ad oggi attende ancora risposta.

La battaglia non è ancora finita – conclude Ruggiero -, le proteste stanno continuando e si spera di poter salvare dalla mattanza i cinghiali selvatici evitando un altro sterminio. Purtroppo per i poveri suini degli allevamenti nulla si è potuto fare, erano condannati a morte già dalla nascita, sperare di poterli salvare è stato al momento ancora utopia>>.

 

G. D.