Draghi firma il decreto legge contenimento contagio
Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi deliberando sulle misure urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del Covid-19
Nel video monitoraggio settimanale Covid-19 con il commento di Gianni Rezza al report 1/7 marzo
Va subito detto che il Governo Draghi non ha applicato un decreto del presidente consiglio ministri, i mitici dpcm tanto cari a Conte, ma un decreto legge che sarà quindi poi discusso in Parlamento che dovrà convertire entro 60 giorni. Una inversione di tendenza di non poco conto che “rispetta” maggiormente i parlamentari.
Sui contenuti del nuovo decreto legge dovuto alla maggiore diffusività del virus e delle sue varianti e in vista delle festività pasquali, al fine di limitare ulteriormente le possibili occasioni di contagio, il provvedimento stabilisce misure di maggiore intensità rispetto a quelle già in vigore, per il periodo compreso tra lunedì 15 marzo e martedì 6 aprile 2021.
Secondo l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza passano in area rossa, oltre alle già presenti Campania e Molise, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento.
Mentre le altre regioni, tra cui la Liguria, passano in arancione poiché la gialla per ora è stata sospesa.
Il testo prevede, tra l’altro, per tutto il periodo indicato:
- l’applicazione, nei territori in zona gialla, delle misure attualmente previste per la zona arancione;
- l’applicazione delle misure attualmente previste per la zona rossa alle Regioni, individuate con ordinanza del Ministro della salute, in cui si verifichi una incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, a prescindere dagli altri parametri riferiti al colore della zona;
- la facoltà per i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano di applicare le misure previste per la zona rossa, o ulteriori motivate misure più restrittive tra quelle previste dal decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, nelle Province in cui si verifichi un’incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti o nelle aree in cui la circolazione di varianti di Sars-CoV-2 determini alto rischio di diffusività o induca malattia grave.
Si prevede, nei casi di sospensione delle attività scolastiche o di infezione o quarantena dei figli, per i genitori lavoratori dipendenti la possibilità di usufruire di congedi parzialmente retribuiti e, per i lavoratori autonomi, le forze del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, le forze dell’ordine e gli operatori sanitari la possibilità di optare per un contributo per il pagamento di servizi di baby sitting, fino al 30 giugno.
Dal 15 marzo al 2 aprile e il 6 aprile, nelle zone gialle e arancioni, sarà possibile recarsi in altre abitazioni private abitate solo una volta al giorno, tra le ore 5 e le 22, restando all’interno dello stesso Comune. Si potranno spostare al massimo due persone, che potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone con disabilità o non autosufficienti conviventi.
Infine, nei giorni 3, 4 e 5 aprile, sull’intero territorio nazionale, ad eccezione delle Regioni o Province autonome i cui territori si collocano in zona bianca, si applicheranno le misure stabilite per la zona rossa. In tali giorni, nelle zone interessate dalle restrizioni, gli spostamenti verso altre abitazioni private abitate saranno possibili solo una volta al giorno, tra le ore 5 e le 22, restando all’interno della stessa Regione.
Toti “Non c’è nessuna valutazione economica delle misure prese, né indicazioni precise circa i ristori”
<<Con il Decreto approvato oggi dal Governo la zona gialla sparisce di fatto dall’Italia – commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Tutto chiuso fino a Pasqua, che, come Natale, sarà blindata. Ora, il momento è difficile in molte zone del Paese, ma non credo che misure generalizzate su tutto il territorio nazionale aiutino a sconfiggere il Covid.
Resto convinto che siano più utili misure mirate nelle zone in cui la pandemia picchia più duramente e che, dove invece è possibile, sia necessario lasciare un po’ di libertà all’economia e alle persone.
Il Decreto Pasqua invece non è molto diverso dal Decreto Natale del precedente Governo. Ristoranti e bar chiusi, palestre e piscine chiuse, altro che riapertura di teatri e cinema prevista dal Decreto approvato solo pochi giorni fa. E purtroppo nessuna sburocratizzazione per accelerare la campagna vaccinale.
Ripeto – continua il governatore -, la situazione in molte regioni è tornata difficile, ma questa non è una giustificazione. Le varianti ci sono, in Liguria la variante inglese ormai è dominante, ma secondo i nostri esperti non sta producendo un significativo cambiamento nei ricoveri. E ancora, anche questa volta, non c’è nessuna valutazione economica delle misure prese, né indicazioni precise circa i ristori, che devono essere tempestivi e retroattivi.
Senza minimizzare e senza banalizzare – conclude Toti -, non credo che un Decreto che cancella ogni minima speranza di poter aprire e lavorare anche dove le cose non vanno così male aiuti in questo momento il Paese>>.
G. D.