Tarinè Sassello. Comuni e Parco contro il decreto regionale

Tarinè Sassello. Comuni e Parco contro il decreto regionale
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La Cet srl ottiene dalla Regione il permesso di ricerca sulla terraferma di minerali solidi (titanio, granato e minerali associati). Buschiazzo: “Lo impugniamo”

Il No della Sinistra regionale

Nella conferenza di servizi hanno dato parere favorevole alla richiesta Cet questi enti:

  • Favorevoli Regione Liguria, Arpal, Provincia di Savona, Asl.
  • Contrari Parco del Beigua e Comuni di Urbe e Sassello.

Continua l’agonia del Monte Tarinè in quel di Piampaludo (Sassello), che sovrasta il centro di San Pietro (Urbe) e che si trova nel Parco del Beigua.

Questa volta la Cet srl ha spostato leggermente il tiro e si è orientata sul Monte Antenna, vicino al Tarinè. Sempre una vasta area, anche se solo in parte nel Parco Beigua e in area Zsc, rientrante nei comuni di Urbe e Sassello.

Infatti, la Compagnia Europea per il Titanio – Cet srl il 26 agosto 2020 ha chiesto alla Regione Ligure il permesso di ricerca, della durata di tre anni, per minerali solidi (titanio, granato e minerali associati) sulla terraferma denominato “Monte Antenna”, nei Comuni di Urbe e Sassello (Savona). La zona è sempre quella del Tarinè.

monte antenna tarinè sassello urbe

Gli scopi di queste indagini preliminari tendono a valutare la distribuzione (areale e superficiale), nonché a definire le concentrazioni delle mineralizzazioni di rutilo presenti nell’area in esame, in modo da implementare ed aggiornare i dati esistenti.

Questi i vari pareri della conferenza di servizi:

  • Arpal ha dato parere favorevole dal punto di vista ambientale.
  • Ente Parco del Beigua ha espresso parere negativo.
  • Comune di Urbe e Sassello hanno espresso parere negativo.
  • Provincia di Savona ha espresso parere favorevole.
  • Asl2 Savona ha espresso parere favorevole.

Nonostante il parere contrario degli enti locali il decreto regionale accorda il permesso nei seguenti termini:

  1. di conferire a favore della Compagnia Europea per il Titanio – Cet srl, il permesso di ricerca sulla terraferma di minerali solidi (titanio, granato e minerali associati) denominato “Ambito Mondamito” limitatamente all’area dell’estensione di 229 ha esterna al territorio del Parco Naturale regionale del Beigua, della durata di anni tre, per effettuare indagini preliminari finalizzate a valutare la distribuzione (areale e superficiale), nonché a definire le concentrazioni delle mineralizzazioni di rutilo presenti nell’area come sopra indicata;
  2. di stabilire che il titolare del permesso di ricerca provveda al pagamento del diritto annuo anticipato per la prima annualità di 909,13 euro.

In pratica sono previste le seguenti azioni:

  1. raccolta e valutazione analitica dei lavori svolti in precedenza, che comprende l’acquisizione di tutti i dati cartografici, geologici, giacimentologici disponibili e la loro analisi;
  2. rilevamento geologico e strutturale a scala regionale, basato su interpretazione di fotografie aeree e di immagini satellitari, supportate da controlli geologici sul terreno per l’identificazione delle mineralizzazioni definite nel corso della fotointerpretazione;
  3. rilevamenti geologico-strutturali effettuati a piedi, senza prelievo di campioni, utilizzando esclusivamente piste e sentieri esistenti, con accesso consentito, finalizzati a mappare nel dettaglio la distribuzione (areale e superficiale) delle mineralizzazioni presenti;
  4. analisi puntuali, non invasive né distruttive del suolo e del soprassuolo, mediante l’impiego di strumenti portatili Xrf, finalizzate a definire le concentrazioni delle mineralizzazioni presenti;
  5. stesura del rapporto finale, comprensivo di elaborati grafici e fotografici.

L’area di ricerca ha un’estensione di 458 ha, ricade per circa 229 ha nel territorio del Parco Naturale regionale del Beigua e per ulteriori 46 ha in area qualificata come Zsc Sito Natura “Beigua – M. Dente – Gargassa – Pavaglione”, mentre i restanti 183 ha sono esterni sia al Beigua sia al Zsc.

<<Sicuramente lo impugniamo – afferma il sindaco di Sassello e presidente del Parco del Beigua, Daniele Buschiazzo -.

Si tratta che è un atto tecnico di un dirigente, non un atto politico. Ritengo che noi abbiamo altrettante ragioni tecniche e giuridiche (legate alla legislazione nazionale e regionale) da far valere al Tar e le faremo valere.

Visto che si tratta di un decreto dirigenziale – si augura Buschiazzo – auspico che la posizione politica della Regione sulla questione sia sempre la stessa espressa anche recentemente nell’autunno 2020 in Consiglio regionale>>.

Il permesso della Regione ha già messo in fibrillazione, oltre ai partiti della minoranza consigliare regionale ed ai movimenti ambientalisti, anche i gruppi locali “Salviamo il Monte Tarinè” e “Piampaludo e il Parco del Beigua”, che vedono questo “continuo ritorno” come una spada di Damocle sul territorio Sassellese e Urbasco. Ricordiamo che il primo atto risale al 1976.

 

G. D.