Scuola riapertura. Presidi, professori e personale Ata eviteranno procedure penali in caso di contagi
Il Governo sta valutando l’approvazione di questa norma
Uno “scudo” in arrivo per professori e dirigenti scolastici in vista della riapertura delle scuole e l’applicazione delle regole anti-covid. Almeno questo è quanto prevede un emendamento su cui lavora il governo, presentato al Senato al decreto Semplificazioni: il testo, scrive Orizzonte Scuola, sarebbe stato messo a punto dal ministero dell’Istruzione, con una riformulazione di alcuni emendamenti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva che proponevano lo scudo penale, in particolare per i presidi dopo le ripetute richieste di emendamento presentate da Udir e Anief nei provvedimenti esaminati dal Parlamento.
“L’approvazione di questo emendamento – dice Marcello Pacifico, presidente Anief e Udir – che aveva ancora chiesto una norma simile al premier Conte durante l’audizione agli Stati generali a Villa Pamphili, sarebbe un atto coerente alle recenti rassicurazioni del comitato tecnico-scientifico, agli impegni assunti dal ministro Azzolina e dal sottosegretario Sicheri. Sono diverse settimane che andiamo ripetendo l’applicabilità dell’articolo 51 del codice penale al caso della riapertura delle scuole sulla responsabilità dei dirigenti scolastici e del personale in caso di rischio da contagio covid-19. L’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità esclude la punibilità”.
Il Governo sembra volere prendere in considerazione l’approvazione di una norma, proposta dal dicastero di viale Trastevere, che eviti procedure penali verso i dipendenti scolastici dovute a possibili contagi quando si tornerà a scuola a settembre. Il testo, secondo quanto segnala Public Policy, che sarà presto esaminato dalle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici al Senato precisa che il rispetto degli indirizzi indicati dal Comitato tecnico scientifico per la ripresa delle lezioni a settembre, da parte del personale scolastico (quindi presidi, professori e personale Ata) “costituisce adempimento di un dovere ai sensi dell’articolo 51 del codice penale”.
La riformulazione del provvedimento, però, prevede anche una clausola di salvaguardia di ampia interpretazione: “Fino al 31 agosto 2021, ove l’organizzazione dello svolgimento in condizioni di sicurezza dell’anno scolastico 2020/2021, nell’osservanza delle prescrizioni del Cts implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il personale scolastico risponde verso terzi dei danni limitatamente ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è dovuta a dolo o colpa grave”.
Secondo il leader di Anief e Udir, Marcello Pacifico, “il dirigente scolastico, come tutto il personale scolastico, non può essere ritenuto responsabile di comportamenti non dimostrabili: la variazione delle misure preventive e protettive da adottare a scuola e l’andamento dei contagi, anch’esso mutevole, non possono essere addebitati con certezza. A meno che non si tratti di palesi inosservanze. Di certo la carenza di spazi e organici se segnalati non sono imputabili al dirigente scolastico”.
G. D.