Troppi leoni da tastiera sui social, andrebbero disciplinati
Perché non fare l’iscrizione sui social con carta di identità?
Serata fra amici davanti a un buon piatto e qualche bottiglia di rosso, si parlava di politica in generale ed esce fuori uno dicendo “Per guidare un mezzo ci vuole la patente, così come per esercitare una libera professione o certificare un impianto elettrico o del gas. Perché non sostenere un esame anche per chi vota i propri amministratori?”.
Già, abbiamo la grossa responsabilità di indicare chi ci governerà a livello locale e nazionale, e lo facciamo così senza alcuna preparazione, per poi lamentarci di fronte alle incapacità che noi stessi abbiamo “lasciapassato”.
E’ evidente che si tratta di una provocazione (purtroppo!): in democrazia già essere cittadino dà la possibilità del voto. Ma vogliamo girare il discorso sui social?
I social danno a chiunque la possibilità di esprimersi, di dialogare, insomma di dire la sua. Ma questo avviene per la maggior parte degli utenti nel pieno e totale anonimato.
Anonimato significa che i famosi “leoni da tastiera” si manifestano in qualunque becero atteggiamento: dall’insulto facile, alla volgarità, alla foto imbarazzante inviata alla vicina di video.
Sì, vabbè, ma puoi bloccarli e non ti rompono più. Ahahahahah certo, si riscrivono con un altro profilo e avanti tutta. Anzi, molti sono già attrezzati e partono con una squadra di profili, giusto per portarsi avanti e magari attaccare su più fronti.
Basterebbe che al momento dell’iscrizione fosse richiesto un documento d’identità e l’indicazione di nome e cognome! Sicuramente ci sarebbero meno follower ma più qualità.
Liberiamo le menti e lasciamo che i profili viaggino in trasparenza, evitando che in un prossimo futuro tutta questa (finta) libertà non diventi un arbitrio di pochi.
Buona navigazione e twittate responsabilmente.
G. D.