Caccia sospesa in Piemonte, accolto ricorso Pro Natura, Leal e Oipa

Caccia sospesa in Piemonte, accolto ricorso Pro Natura, Leal e Oipa
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Provvedimento del Tar per “eccezionale gravità e urgenza”

Caccia Piemonte

– Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte a seguito del ricorso delle associazioni Federazione nazionale Pro Natura, Leal e Oipa ha sospeso il Calendario Venatorio regionale per la stagione 2024/2025 comprensivo degli allegati A, B, C relativi alle istruzioni operative supplementari, fermando la caccia in tutta la regione.

È stata accolta dai giudici la richiesta urgente di sospensiva riconoscendo la situazione di “eccezionale gravità e urgenza”, rimandando ulteriori valutazioni in merito al “fumus boni juris”.

<<All’origine del provvedimento vi è sicuramente la mancanza di trasparenza della Giunta Regionale – afferma Roberto Piana, consigliere della Federazione nazionale Pro Natura e vicepresidente di Pan -.

Il calendario venatorio per essere approvato e pubblicato richiede il parere obbligatorio, ma non vincolante di Ispra, organo tecnico consultivo di Stato e Regioni. Il calendario venatorio regionale si discosta in modo significativo dal parere Ispra, criticando pesantemente questo organo tecnico quasi fosse costituito da incompetenti non aggiornati.

Tuttavia, l’allegato C del Calendario venatorio contenente le controdeduzioni al parere Ispra veniva tenuto nascosto e non pubblicato sul Bur – prosegue il consigliere -. Non solo, ma la successiva richiesta della Federazione nazionale Pro Natura di acquisirne copia veniva pretestuosamente negata.

La sospensione è stata inoltre sicuramente motivata da diverse irregolarità riscontrate nel processo di approvazione del calendario

La mancanza di adeguato aggiornamento del Piano faunistico venatorio che non tiene conto delle modificazioni ambientali e del clima mette a rischio la presenza di specie in grave declino e rischio di estinzione come la moretta, la pernice bianca, la coturnice, il fagiano di monte, l’allodola.

La fauna selvatica piemontese merita amministratori pubblici più attenti alla conservazione della natura e – conclude Piana – meno propensi a sostenere l’estremismo venatorio di una minoranza della popolazione che depaupera un bene prezioso e patrimonio collettivo>>.

 

G. D.