Isolamento da Covid-19 troppo lungo. Bassetti propone due tamponi solo per soggetti gravemente immunocompromessi
Con un solo tampone i tempi si ridurrebbero, ne guadagnerebbe anche l’economia
Matteo Bassetti: “Perché in Italia ancora due tamponi negativi per tornare ‘normale’?”
<<Sarebbe importante che il Ministero della Salute – spiega il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino – adeguasse le linee guida italiane a quelle del Cdc americano e dell’Oms per il termine dell’isolamento domiciliare nei pazienti affetti da Covid-19 (non ospedalizzati) o con tampone positivo al Sars-Cov-2.
In Italia questa è la raccomandazione da seguire:
- L’isolamento domiciliare obbligatorio per i soggetti Covid positivi si estende fino a negativizzazione comprovata da due tamponi negativi effettuati a 24-48 ore di distanza dopo un periodo di almeno 14 giorni dalla risoluzione dei sintomi.
Esiste una crescente evidenza per valutare la fine dell’isolamento domiciliare mediante l’uso di una strategia basata sui sintomi.
Il Cdc americano raccomanda il termine dell’isolamento domiciliare per persone sintomatiche affette da Covid-19:
- Almeno 10 giorni dopo l’inizio dei sintomi e
- almeno 24 ore dalla cessazione della febbre senza l’uso di farmaci anti-piretici e
- miglioramento degli altri sintomi
Il Cdc raccomanda il termine dell’isolamento domiciliare per persone asintomatiche (che non hanno mai avuto sintomi) per Covid-19, ma con tampone positivo al Sars-Cov-2:
- 10 giorni dopo il tampone positivo effettuato mediante Rt-Pcr test per Sars-Cov-2 Rna.
Il doppio tampone negativo, come lasciapassare al ritorno in comunità, potrebbe essere riservato unicamente in soggetti gravemente immunocompromessi, se consigliato dall’infettivologo.
La attuale strategia italiana – prosegue il virologo – comporta un utilizzo eccessivo e non mirato della capacità di effettuare test per l’identificazione di nuovi casi di persone contagiate dal Sars-Cov-2, nonché’ scoraggia le persone, sintomatiche e non, a sottoporsi a test diagnostici vista impossibilità di preventivare ragionevolmente una fine dell’isolamento domiciliare.
Come è noto, il test mediante tampone Rt-Pcr per Sars-Cov-2 Rna, può rilevare ed amplificare particelle di materiale genetico del virus anche a distanza di notevole tempo dalla fine dell’infezione attiva, cioè risultare positivi in soggetti che non sono più né malati né contagiosi.
Queste raccomandazioni – conclude Bassetti – possono portare un numero imprecisato di persone appartenenti alle fasce più produttive lontano dalla vita sociale e produttiva, in un momento in cui l’economia sta faticando a riprendersi, dopo una crisi numericamente senza precedenti>>.
G. D.