Sant’Antonio Sassello ad una svolta: approvazione del piano commissariale o chiusura

Sant’Antonio Sassello ad una svolta: approvazione del piano commissariale o chiusura
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Giornate calde nelle stanze di Regione Liguria sul destino dell’ospedale

Sassello Sant’Antonio

– Su iniziativa del sindacato Shc, sabato 27 aprile si è svolta, presso i locali della sede Croce Rossa Sassello, una assemblea cittadina dal titolo “Insieme per salvare l’Ospedale Sant’Antonio”.

Una trentina di persone hanno partecipato all’incontro di due ore che ha messo in luce, pubblicamente, le difficili, e forse drammatiche, condizioni in cui opera la struttura.

Tra il pubblico tanti operatori del presente e del passato del Sant’Antonio, i sindaci di Stella, Andrea Castellini, e di Sassello, Marco Dabove con la Giunta e altri consiglieri, il capogruppo di minoranza Gian Marco Scasso, due consiglieri regionali di minoranza Pippo Rossetti e Gianni Pastorino, il commissario straordinario Gabriele Marino Noberasco con l’amministratore Canepa. Scarsa la partecipazione dei cittadini sassellesi: forse poco informati sull’assemblea, forse “logori” da anni di degrado del presidio sanitario.

Infatti, l’apertura degli organizzatori, il sindacalista Shc Angelo Minghetti e la rappresentante sindacale Shc Elisa Orbassano, ha puntato, e punta, su di un coinvolgimento degli abitanti mediante la costituzione di un “comitato cittadino” che possa interloquire con tutte le parti in causa: Sant’Antonio, Regione Liguria, Comuni, Asl, Sindacato.

Inoltre, Minghetti ha messo il dito sulla piaga citando le innumerevoli carenze sia gestionali sia strutturali. <<Osserviamo – afferma Minghetti – una struttura ospedaliera che sbanda, non crediamo che il problema sia il pilota, ma crediamo che sia nella macchina o nelle istruzioni che il pilota ha ricevuto>>.

Il sindacato chiede a quanto ammonti il disavanzo, chiede che fine farà l’ala A visto che l’altra ala B sarà probabilmente affittata (vedi articolo), chiede sicurezza per gli ospiti, chiede siano rispettati i diritti del personale (che hanno portato allo stato di agitazione (vedi articolo), e, soprattutto, chiede la costituzione di un comitato cittadino.

<<Probabilmente lei commissario sta cercando di coprire gli errori fatti in altre gestioni, le chiedo se sta guidando con perizia questa auto, facendo slalom tra gli ostacoli, le chiedo per favore non investa i pedoni, inoltre – conclude Minghetti -, sarebbe importante conoscere i tempi di approvazione del piano di risanamento a livello strutturale dell’ospedale Sant’Antonio e che tipo di investimenti si intende operare sull’ospedale>>.

Sassello incontro sindacato 6

L’intervento del commissario Noberasco è stato articolato e puntuale, chiarendo di aver ricevuto ispezioni dagli organi competenti che non hanno ravvisato specifici rischi per gli ospiti e il personale, ma che comunque vanno certamente migliorate le criticità esistenti.

Criticità figlie di un unico denominatore: la situazione finanziaria. L’ospedale ad oggi rasenta i due milioni di debiti, peraltro con fornitori non pagati da anni. Gli unici pagamenti regolari sono quelli che riguardano il personale.

Infatti, secondo quanto afferma il commissario, ogni mese il debito cresce tra i 12 e i 20 mila euro.

Da qui la presentazione del piano di risanamento alla Regione Liguria che lo dovrà approvare, o meno, entro il 6 maggio (sessanta giorni dalla presentazione).

Cosa prevede il piano di risanamento del commissario?

L’ala B dell’ospedale richiede interventi di ristrutturazione importanti, che l’amministrazione non può sostenere, pertanto necessita di un riutilizzo alternativo.

Gli ospiti attuali sono 50, tutti nell’ala A, ma anche portandoli al massimo +30 nell’ala B le uscite supererebbero le entrate, e questo a causa delle disposizioni strutturali dell’edificio non allineato all’altra ala.

Quindi, non resta che l’affitto dell’ala B. La proposta ricevuta dal Gruppo Redancia porterebbe 40 mila euro annuali, oltre la ristrutturazione dell’ala quantificata in 400mila euro, per una operazione ventennale di 1.2 milioni.

Nell’attivo viene citato nel piano di risanamento anche la cessione del Palazzo Perrando (sede della biblioteca e del museo). Una operazione di circa 325 mila euro, di cui 300 mila su contributo regionale e 25 mila a carico del bilancio comunale.

Con quest’ultima entrata il commissario conta di abbassare l’enorme debito e ristrutturare alcune situazioni nell’ala A, dove si prevede anche un maggior incasso dalle rette grazie all’aumento dagli attuali 14 convenzionati Asl a 35/38 come da promessa dell’autunno scorso.

Tutte operazioni che permetterebbero di mantenere l’attuale organico di venti persone: 12 oss, 4 infermiere, 2 ausiliari e 2/3 impiegati.

Noberasco ha ribadito quanto il piano sia importante per portare la gestione annuale in pareggio entro pochi anni, ma, in caso di mancata approvazione si vedrebbe costretto a chiudere la struttura al 31 dicembre prossimo, limite massimo di ogni sostenibilità.

Il dibattito che è seguito ha coinvolto un po’ tutti: dai consiglieri Pastorino e Rossetti che porteranno l’emergenza Sant’Antonio in commissione regionale, al capogruppo di Noi per Sassello Scasso che nutre perplessità sull’affitto e sulla gestione dell’ala B, al sindacato che insiste sul comitato cittadino con il coinvolgimento della popolazione magari con un contributo pro capite.

L’amministrazione comunale a fine incontro si è accordata con Minghetti per un urgente consiglio comunale aperto alla popolazione e allo stesso tempo ha ribadito la propria posizione.

<<L’amministrazione è fortemente convinta, sindaco in primis, per seguire un’interlocuzione costante con Regione Liguria perché approvi il piano proposto dal commissario – afferma il vicesindaco Tomaso Pronsati -.

Questa è l’unica strada per salvare il Sant’Antonio, il Comune da parte sua è disposto a intervenire cofinanziando l’intervento di acquisizione del museo, che per parte maggiore verrà finanziato dalla Regione Liguria. La risposta l’avremo a giorni ma l’interlocuzione coi vertici regionali è costante, quasi giornaliera>>.

Cosa succederebbe in caso di mancata approvazione del piano?

Non avendo possibilità di una gestione che pareggi i conti, non resterebbe che la chiusura. Il successivo passo della Regione potrebbe essere l’affidamento a privati in entrambe le due ali.

A giorni dovremmo sapere il destino dello storico Sant’Antonio.

 

G. D.